mercoledì 16 maggio 2012

Vento, che passione!


Un vento così a Milano non si era mai visto!
E sono convinta in qualche modo di avere in parte contribuito a questa condizione meteorologica (Fabiana sa a cosa mi riferisco :D).

A dire la verità il vento mi ha sempre portato un estremo nervosismo che in certi giorni particolari poteva raggiungere livelli tali di perdita di autocontrollo da dovermi inventare una strategia per ridurre i rischi dei danni da Nocciolata (che pure è ottima, sia chiaro).

Ma il termine più appropriato per descrivere questa condizione probabilmente non è nervosismo, bensì irrequietezza
E andando a vedere meglio di cosa si tratta ecco che finisco qui (il blog di Ivo Rosati) e, con estremo piacere + curiosità, leggo:
"L’irrequieto, da dizionario, è colui "che non trova quiete", agitato e smanioso ma anche "vivace, esuberante, che non sta mai fermo". L’accezione principale di "irrequietezza", dunque, è collegata all’impossibilità di rimanere fermi…. come metafora del desiderio di viaggio…"
Colpita e affondata! :) 
E' proprio il viaggio ciò che desidero in questo momento, e che sto pianificando (viaggetto, no viaggione... basta anche solo un weekend per staccare). E menomale che ne ho voglia perché se così non fosse stato mi sarei ritrovata ad aspettare nel deserto insieme alla mia "Kuska from Barcelona" (nella foto), con la sabbia che scotta sotto i piedi che sarebbe stata lì a ricordarmelo. Sì, a ricordarmi del viaggio: sono in viaggio e sto camminando (ancora la meta non è chiara ma intanto mi sto muovendo!).

Proseguendo nella lettura...
"Sembra potersi definire una condizione mutevole e transitoria ma che può durare a lungo, in cui aspiriamo o desideriamo sentirci meglio e quindi cerchiamo la pacificazione, la soddisfazione o l’appagamento"
Bello!

"Non è detto, però, che si stia parlando di piacere (e ti pareva :(), trattandosi più spesso di quiete, di tranquillità, di equilibrio, dunque una condizione ideale in cui non stiamo desiderando nulla (:O)

Dlin dlon, comunicazione interna.
Alle volte fiori di Bach, unitamente ad una serie di accorgimenti REO (e in questo caso REO sta per "Rilascio di Endorfine Oriented" - nel diritto penale invece identifica il soggetto attivo del reato), come ad esempio la corsa, il cioccolato (e se cioccolato crudo ancora più potente), così come la frequentazione di amicizie in arancione (non mi riferisco ai membri del movimento Hare Krishna ma alle persone ottimiste che sprizzano positività da tutti i pori - in realtà suppongo lo siano anche i seguaci di Krishna, non mi sembrano particolarmente "sprizzanti" ma certamente positivi e sereni, questo sì), il sesso, il blog , scrivere, dipingere, ecc. sono grandi alleati del viaggio (a proposito di "Sesso e Sport" potete leggere l'articolo su Phit di Gennaio - sì ma dove lo trovate? Siamo già a maggio...).

Happy Pills from Barcelona
Dalla Spagna ho portato anche queste pillole magiche...
(da usare giusto in caso di emergenza - ad oggi sono ancora sigillate :))


Si è irrequieti prima di partire, quando smaniamo nell’attesa, aspettando che cominci qualcosa, di qualsiasi cosa si tratti. L’impazienza e la frenesia prendono il sopravvento al punto di rompere quella normale condizione di equilibrio.
Esattamente come mi sento oggi, ne più ne meno di così!
Ed è tangibile almeno quanto lo sono i pollini nell’aria (questo 2012 lo ricorderò anche per la "neve di maggio").

Conclude dicendo che:
"L’irrequieto è attivo, non si accontenta e si ritrova sempre alla ricerca di qualcosa. La sua attività, conseguenza dell’irrequietezza, lo conduce alla scoperta, all’esplorazione, alla conoscenza". 
E questa è sempre un'ottima cosa!

A no, non conclude ancora...
"L’irrequietezza, così, è forse una specie di voglia di mettere ordine: poichè nel caos scopriamo un tragitto e un itinerario, che sono il viaggio, mentre nell’ordine e nella sistemazione identifichiamo la meta, tranne poi, al termine del processo, ricominciare spostando in avanti l’obiettivo".
Mi manca ancora di mettere a fuoco l'obiettivo ma ci sto arrivando.
E per quanto riguarda il "mettere ordine"... bene, ho cominciato col lavare le fodere del divano: cambio da velluto-prugna-autunnale a lino-bianco-estivo - è scritto lino-bianco-estivo ma essendo bianco non si vede). Mentre la libreria invece ancora è lì che aspetta e spera dal post del 3 settembre... 
E sotto i cuscini pensate, ho trovato una cosa che però non vi voglio rivelare ora... 

"Da qui l’irrequietezza come una ricerca perenne o forse una perenne insoddisfazione".
Figuriamoci! :)

Ecco la conclusione:
"L’irrequietezza, dunque, è un sussulto, una fiammata, l’incontenibile appetito dell’esistenza, la brama della consistenza piacevole… Qui, proprio qui, sorge l’inquietudine, la speranza della diversità, il brusio suggestivo e luminoso del nuovo. Quella meravigliosa ed attraente scoperta che qualcosa è diverso e potrà ancora, sempre, essere diverso".

E ricordatevi sempre di questo: quando le cose cambiano anche noi dobbiamo essere pronti a cambiare.  
Così non vi ritroverete più a dire: "Chi ha spostato il mio muffin???"

lunedì 14 maggio 2012

"In the mood for blog": di ghiaccio(li) e deserti


E dopo un' assenza ingiustificata di quasi due mesi (l'ultimo post del muffin spostato risale al 17 marzo, un'esagerazione di tempo, che all'inizio dell'avventura bloggosa se passavano due giorni senza pubblicare andavo in crisi di astinenza!) ecco il mio ritorno dai ghiacci
E dai ghiacci sono passata direttamente al deserto dove un kuska cactus, recuperato durante il mio viaggio a Barcellona (una conseguenza dello spostamento del muffin), è lì a ricordarmi che da qualche parte bisogna ripartire: infatti questo piccolo oggetto morbidoso (il vaso no, è di terracotta) non ha spine ma è fatto di morbida stoffa a pois sulla quale una farfalla, rigorosamente arancione (se volete saperne di più sul significato del colore arancione potete andare a leggere il vecchio post sulla "cacofonia in arancione"), si è posata. 
Questo cactus è "para fotos, notas y recuerdos!" e così sarà fatto! Ma c'è anche un ombrellino vicino, infatti...

Il deserto.
Forse vi sarà di conforto sapere che "la donna alle volte sente di vivere in uno spazio vuoto in cui forse c’è soltanto un cactus con un bel fiore rosso (nel mio caso è arancione) e poi, in ogni direzione, ottocento chilometri di nulla. Ma per la donna che si spingerà a ottocento e un chilometro c’è qualcosa di più.Un bell’ombrellino per ripararsi dal sole (peccato non si apra!). Che nel nostro caso è anche un ottimo dissetante, ricco di vitamine e sali minerali: e per fare tutti quei chilometri nel deserto ne abbiamo proprio bisogno (per saperne di più su sale e sali minerali potete leggere Phit di questo mese). 

Questo ombrellino in realtà è un oggetto ben più prezioso di quel che può sembrare. Infatti...

Per fortuna la mia Kuska non ha bisogno di essere annaffiata...


L'inganno.
L'occhio alle volte vede solo la parte visibile lasciando l’essenza solo a chi avrà il coraggio di andare oltre la semplice apparenza. E solo in questo modo potrà, fortunato, assaporarne il gusto: il colore arancio è dato dalla carota (la carota è ottima non solo per la vista ma essendo ricca di carotenoidi -così come lo sono pomodori, peperoni, melone, albicocche, ciliege, fragole, pesche, mango - in questo momento è utilissima per garantirvi una tintarella degna di questo nome – e per sapere qualcosa di più sulle carote vi rimando qui). Ma il gusto è quello del finocchio. Trattasi infatti della versione che arriva direttamente dai ghiacci del mio centrifugato di carote e finocchio (questo un abbinamento forse ancor più riuscito del dattero fava). 
E sapete che sapore ha? Sa di liquirizia e anice. Le due cose infatti si somigliano, così come i semi di anice che utilizzo moltissimo in cucina (ma non solo) hanno praticamente lo stesso sapore dei semi di finocchio.

L'infanzia.
Più volte vi ho raccontato della mia passione da bambina per il ghiacciolo all’anice, azzurro come il colore della tappezzeria del blog che però, oltre che essere pieno di coloranti e zuccheri gratuiti, non era molto altro se non una bella sfida per la mamma che con una magia avrebbe dovuto fare sparire la macchia azzurra dal grembiulino bianco! 
Ma le donne sono maghe e spesso a volte nemmeno lo sanno.

Mamme/maghe.
E dato che ieri era la festa della mamma (avrei voluto pubblicare ieri ma non ero ancora "in the mood for blog"...), do un'idea a tutte le mamme per poter far mangiare frutta e verdura ai loro bambini, con l'inganno e in modo gustoso (un po' come fatto con la "Dolce bugia di cacao", vi ricordate?). Ma anche ai vostri mariti se fanno i capricci e non vogliono mangiare la frutta. E nemmeno vi occorrerà fare tutti i chilometri che ho fatto io nel deserto perché vi basta una centrifuga, un pò di frutta biologica e preferibilmente di stagione (ne abbiamo in arrivo tanta e buona in queste settimane - mi raccomando, comprate sempre biologico), uno stampo per ghiacciolo ed è fatta! Certo serve anche il freezer, anche qui abbastanza inutile replicare il mio stesso viaggio tra i ghiacci... :D

Concludo il post dicendo a tutte le donne, mamme o non mamme, che solo setacciando il deserto bene bene potrete trovare l’acqua. Non fatevi spaventare dalle enormi distanze: prima o poi troverete una bella casetta che vi aspetta!