sabato 17 marzo 2012

Chi ha spostato il mio muffin?

Chi ha spostato il mio formaggio muffin?
Ma come? E' sempre stato lì per tutto questo tempo, non è giusto!

Una frase del genere, seppure al momento vi sembrerà la cosa più ovvia da dire e pensare, in un secondo momento vi sembrerà una chiara tonteria (ma sì, usiamo un po' di spagnolo che porta sempre tranquillità e buon umore) e addirittura potreste anche riderci sopra (ora però non esageriamo) .

E cosa fare allora quando vi rendete conto che qualcuno vi ha spostato (o più probabile, mangiato :)) il vostro muffin? 
Non vi resta che darvi da fare, farne un altro o comunque andare a cercarlo (dubito comunque riuscirete a trovarlo perché i muffin non è che si perdono e poi si ritrovano, non spuntano come funghi anche se... ). Certo è che non dovrete restare fermi ad aspettare sperando che magicamente si concretizzi lo stesso muffin perché questo non accadrà.

Ma come è potuto succedere?
Probabile questo sia accaduto perché eravate così certi che il vostro muffin sarebbe rimasto lì per sempre -visto che ormai eravate abituate a vederlo- che non vi siete nemmeno accorti che qualcuno, un bocconcino alla volta, se lo era pappato tutto lasciandovi solo le briciole. Che amara scoperta! ;(

Quello dei muffin è solo un esempio per farvi sapere che sono tornata, ovviamente con una ricetta (dei muffin appunto) che però stavolta non è vegana visto che ci ho voluto mettere dello yogurt. 
Da oggi sarò più attenta ai miei muffin anche se a giudicare dal colore non si direbbe... 

muffin integrali di kamut noci e cannella
Un muffin è sparito e non mi sono accorta!

Per chi volesse approfondire la "questione muffin cambiamento" suggerisco la lettura del libro “Chi ha spostato il mio formaggio?” di Spencer Johnson (e se mi stai leggendo sai anche che sto ringraziando proprio te :)).

Dunque, come vedete sono viva ma non ho idea della frequenza con cui scriverò e per ora non me ne voglio preoccupare.
Però prima di scappare di nuovo vi la lascio la ricetta per 7 muffin.

L’idea (solo quella!) mi è venuta gustando dei muffin mela, cannella e noci pecan a dir poco divini (e per nulla troppo dolci) da California Bakery in via Larga, uno dei miei rifugi per gli stacchi pomeridiani che trovo squisito sia per i muffin, le tisane e i centrifugati che si possono gustare, ma anche per la simpatia/gentilezza di un gaio (snello, pronto e vivace) giovane che sprigiona buon umore (e certamente lo apprezzo anche per le chiacchiere con Fabiana, il posto, non il giovane). E di buon umore in certi giorni ne occorrono gran dosi...

In quell'occasione ne ho mangiati due
Ricordo che le mie parole alla vista del muffin sono state: "Ma no, è troppo grande, non lo finirò mai". Poi mi è stata tappata la bocca prima che potessi ordinare il terzo :).
Questi muffin deliziosi sono quasi certa non avessero burro bensì olio. Non so nemmeno se avevano le uova, potrebbero averle anche avute ma non ci giurerei. E per lo zucchero... se anche c’era non è stato per nulla invadente (ho ragione di supporre che potrebbe essere stato "malto di qualcosa" - peccato al telefono non mi rispondano e non abbia pensato di chiedere tutto subito!) .

Ma vi lascio ai miei, fatti ieri pomeriggio quando rincasata ho avuto freddo e voglia di accendere il forno.
Questi sono meno soffici, molto più adatti all'inzuppo, ma ugualmente buoni e alle noci.

Ingredienti:
  • 100 g di farina di riso biologica
  • 150 farina di kamut biologica
  • 200 g di malto di riso bio
  • 125 g di yogurt magro al naturale bio
  • quantitativo a piacere di arachidi da sgusciare (saranno state una quindicina)
  • 60 ml di olio di semi di girasole spremuto a freddo
  • un sacco di cannella biologica in polvere
  • un pizzico di bicarbonato di sodio

Mischiate tutto, prima le polveri e poi i liquidi. Girate per qualche minuto e sformate nei pirottini per muffin.
Infornate a 175° per 35/40 minuti.

Questa loro consistenza li rende ottimi per l’inzuppo nel latte, nel tè, nello yogurt e in ogni occasione che richieda una bocca aperta (e delle volte anche come deterrente, per evitare di parlare a sproposito :)). Io li ho mangiati per il mio brunch del sabato.

lunedì 5 marzo 2012

Lune di pioggia e kamut

Oggi a Milano piove.
Vi avevo promesso che con il brutto tempo (pioggia e freddo, che per alcuni potrebbero essere sinonimo di brutto tempo o di autunno mentre per altri di giornate piacevoli da godersi tra letture, pensieri e fornelli) sarebbero arrivate anche delle ricette da forno (appunto!), forse più tipiche della stagione autunnale/invernale. Di stagioni vi avevo parlato nel post estivo (quello di venerdì) "pitta, sole, fuochi e finocchi" . 
Dovete sapere che invece in India ci sono ben 6 stagioni...

Le stagioni ayurvediche.
In India le stagioni sono 6 e sono: inverno, primavera, estate, la stagione delle piogge, autunno e il periodo freddo che precede l'inverno.

Ed è proprio la stagione delle piogge che precede l'autunno la stagione più adatta a queste giornate e soprattutto ai mie dolcetti.
Infatti la giornata di ieri mi ha ben ispirata e così ho creato dei dolcetti che sia per il gusto che per la consistenza (nonché per il valore nutrizionale) sono il meglio tra i miei "cotti al forno".

Per realizzarli mi sono ispirata a certi biscottini delle stelle (questi per la precisione) di cui vi avevo parlato da qualche parte e che sono senza latte, senza zucchero (c'è il malto di riso a dolcificare) senza lievito (sapete, vi ho detto, sono intollerante al lievito) e senza uova, per cui leggeri e adorabili. Forse l'unico problema è che sono un po' troppo duri (e questo in termini di dieta potrebbe essere anche un vantaggio perché al terzo biscotto la bocca è così stanca di masticare che dice basta - eccetto la mia che va avanti ad oltranza). 

Bene, vi mostro i miei biscotti della luna ispirati a quelli sottolestelle.

Li chiamerei "morbidotti di kamut"  :)

Ingedienti.
  • 270 g di farina biologica di kamut
  • 200 g di prugne bio con nocciolo + 50 g di malto di riso (entrambi gli ingredienti dolcificano in assenza di zucchero)
  • 100 ml di latte di riso biologico (anche questo ingrediente, naturalmente dolce, dolcifica)
  • 50 ml di olio di girasole biologico spremuto a freddo
  • 1 cucchiaio di cannella biologica in polvere
  • un pizzico (il mio decisamente troppo abbondante) di bicarbonato di sodio
  • un pizzico di sale integrale

Di solito quando faccio la simil frolla (la mia senza uova e burro ovviamente!) aggiungo sempre un pizzico di bicarbonato e poi lascio riposare un’oretta.
Ieri ho abbondato con il bicarbonato (me ne è scivolato troppo) e non ho lasciato riposare in frigo.
E dato che la pasta era umida, la forma a spicchi (mezzaluna) è stata una conseguenza inevitabile: infatti con un bicchierino di vetro da caffè ho fatto le forme circolari (li volevo a forma di cerchio/sole) che però poi nel raccoglierle/staccarle dal piano di lavoro si sono contratte in una posa più lunare (comunque, per ottenere una consistenza meno umida vi basta dimezzare la quantità di latte).

Astri.
Dovete sapere che in India è normale consultare un astrologo veda per sapere se i pianeti sono responsabili di una certa malattia cronica. Infatti per l'Ayurveda ci sono prove inconfutabili dell'influenza dei pianeti sulle malattie.

Come si preparano.
Si mischiano farina, cannella, bicarbonato e sale. Ho poi aggiunto le prugne (senza nocciolo ovviamente), l’olio, il latte e per ultimo il malto perché non ero certa mi occorresse. Ho lavorato per qualche minuto, acceso il forno a 180°su ventilato, lasciato preriscaldare 10 minuti, dunque steso col mattarello sul piano da lavoro così da poterne ricavare le forme volute (si fa per dire) che ho poi infornato per 12 minuti (ho spento trascorsi 10 minuti, lasciato ancora 2 minuti a cuocere, tolto per verificare la cottura e infornato ancora a forno spento per altri 5/10 minuti).

Chi sa se con un buon riposo e solo un pizzico di bicarbonato sarebbero venuti più biscottati. Ora infatti sembrano più simili a dei muffin, proprio la consistenza che volevo!

Fatto sta che così ho risolto il problema della bocca stanca di masticare (mi suona come la "teoria della bocca occupata" di Dukan - potete leggere se vi va il mio vecchio post sulla Dieta Dukan) e così via uno dietro l’altro perché sono dolci al punto giusto e di una consistenza morbida che non affatica.
Vi consiglio di provarli perché davvero ne vale la pena.
La cannella non si sente molto (io non la sento quasi per nulla) ma il corpo ne apprezzerà certo le innumerevoli virtù nascoste (per sapere quali potete leggere la parte relativa alla medicina ayurvedica del post sugli afrodisiaci).

Questi dolcetti non sono HA ("Husband Approved") perché non sono stati nemmeno presi in considerazione (in ogni caso kamut e prugne non avrebbero reso possibile questa circostanza). 
Meglio così, me li mangio tutti io (pensavo di portarli oggi ad un'amica che tra pochi giorni partorirà ma ho appena appreso che forse la cannella è meglio evitarla in gravidanza...).

Ottimi al posto di una fetta di torta anche perché più pratici da mangiare e più gestibili nella quantità. Ideali da portare in ufficio, per l’inzuppo nel o nel latte (a casa o in ufficio) da mangiare a merenda ma anche a colazione... Altro non mi viene in mente (ah sì, forse indicati prima di andare in bagno per via delle prugne :)).

venerdì 2 marzo 2012

Pitta, sole, fuochi e finocchi

E’ già primavera, anzi no, per me è già quasi estate!
Tra poche ore il blog passerà dalla grafica invernale a quella primaverile. 

Le 4 stagioni.
Queste giornate così "devo ancora trovare la parola giusta", che per luce e colori mi riportano diritta dritta al periodo precedente la maturità (mi ricordo quando studiavo fuori sul balcone con il cinguettio degli uccellini) riescono a farmi vivere tutte e 4 le stagioni in un giorno: la mattina presto è inverno (diciamo una giornata non troppo fredda e magari anche di sole), poi intorno a mezzogiorno è estate (oggi ero a maniche corte sotto il sole cocente!), a pomeriggio inoltrato è primavera (infatti giravo in bici con il mio giubbino di jeans e il vento tra i capelli) e poi la sera autunno (che se esci ti ci vuole la giacca). E a notte inoltrata ecco che ritorna l'inverno (abbiamo ancora il piumone e i riscaldamenti accesi - chiaro, termo autonomo). 
Anche voi le vivete?

A proposito di riscaldamenti... 
Queste temperature sono il segnale chiaro che è ora di spegnere i riscaldamenti centralizzati che sono totalmente fuori controllo: vanno a mille indipendentemente che fuori ci siano 5 o 25 gradi!

Non solo soffro molto il "caldo artificioso" dei riscaldamenti (soprattutto quello dei negozi quando fuori ci sono zero gradi e tu giustamente indossi un piumino - per la cronaca, il piumino d'oca non è chiaramente vegan) e passi da 0 a 25 in un nanosecondo, ma avverto squilibri più o meno importanti anche a seguito di un improvviso aumento di temperatura che mi fa sentire le scarpe chiuse invernali assolutamente inadatte ad una giornata inaspettatamente calda e di sole (ho infatti già recuperato le mie infradito).
E comunque nulla sono i 43° gradi naturali ad agosto (naturali si fa per dire) contro i 24° artificiali di una casa con riscaldamento centralizzato. Credo finirei dritta al manicomio o anche in ospedale per disidratazione/altre cose più o meno gravi (vedi elenco finale ma solo dopo avere letto il post).

Vi spiego, se vi interessa, le mutazioni del mio corpo quando mi trovo in un ambiente interno con "temperatura artificiosamente elevata" (seppure indosso abbigliamento estivo adatto per l'occasione).

  • iniziano a gonfiarmisi le mani (ma anche gambe e piedi che però non si vedono ma gli stivali si accorgono, o meglio, io mi accorgo degli stivali che improvvisamente mi vanno stretti- se non l’avete capito ho una sensibilità accentuata ad ogni piccola variazione del mio corpo).
Nota:
fortunatamente ho mani e piedi snelli e abbastanza ossuti... Questo però a temperatura ambiente perché in cottura sono molto più simili a salsicciotti.

  • iniziano a pulsarmi le tempie e avverto un fastidioso mal di testa (notare che io non ho quasi mai mal di testa)
  • gli indumenti che indosso iniziano ad inumidirsi (in zona piedi, ascelle, altro - avete capito)
  •  appetito pressoché inesistente: mangiare in quelle condizioni sarebbe per me una tortura pari allo stare ad agosto con gli anfibi in spiaggia (e normalmente la circostanza del centralizzato si verifica esattamente a cena dalla suocera)

Tra gli effetti collaterali avvertibili anche dagli altri ritroviamo sproloqui e risa incontrollabili (che, come sapete, è anche uno degli effetti possibili di una eccessiva dose di zafferano).

Perché non seguiamo i benedetti ritmi della natura e impariamo ad ascoltarci di più???

Così oggi dopo un pranzo a base di carote, radicchio e formaggio fresco (sì, avete capito bene, formaggio vero… inizierà per me la stagione in cui il mio corpo trarrà beneficio anche dal consumo di formaggi freschi) con una veg cotoletta al miglio (il pesce miglio ma meno riuscito, e anche meno fritto rispetto alla prima volta).

Poi a metà pomeriggio mi sono fatta una bella centrifuga di carote e finocchio che mi ha raffreddata ripristinando la sensazione di benessere tipica del venerdì
Potreste voler sapere che il finocchio veniva utilizzato fin dai tempi più antichi per le sue proprietà aromatiche e digestive.  Questo ortaggio ha un sapore che richiama quello dell'anice e che io adoro!
Costituito dal 90% di acqua, tra i minerali presenti troviamo il potassio ma anche calcio, fosforo, sodio, magnesio, ferro, zinco, manganese e selenio, oltre alle vitamine A, C, e ad alcune vitamine appartenenti al gruppo B.

Oltre alle proprietà digestive è utile in caso di gonfiori addominali ed evita così la formazione di gas intestinali (se non ricordo male, è anche usato per le colichette dei neonati) e annovera anche proprietà depurative del sangue e del fegato (a  proposito di sangue, finalmente settimana scorsa sono andata a donare il sangue!). Ed è anche un buon antinfiammatorio soprattutto nei riguardi del colon.

Il finocchio aumenta la produzione di latte (non è il mio caso) e viene anche utilizzato dalle donne per alleviare i sintomi tipici della menopausa (anche questo non è il mio caso), così come anche per ridurre dolori e nausee legate al ciclo mestruale (questo invece potrebbe essere il mio caso).

Sulle carote invece vi avevo raccontato qualcosa qui...

Bevetevi pure questo mio centrifugato ma state attenti a non farvi "infinocchiare" se lo ordinate fuori (certo questo non potrà mai accadere al  Mudra).

centrifugato Ayurvedico Pitta carota-finocchio
Al "caro-finocchio" ho voluto aggiungere anche del pepe nero che stimola
l'apparato circolatorio, riduce i grassi ed elimina le tossine dal colon

Infatti...
Il finocchio crudo altera in qualche modo la funzionalità delle papille gustative
Si narra che una volta gli osti disonesti erano soliti offrire il finocchio crudo ai propri avventori appena prima di servire loro del vino di pessima qualità. Da questa usanza nasce il termine "infinocchiare".

E così vi stavo raccontando che ero sul balconcino a subire ed assorbire i raggi del sole e iniziavo ad avere caldo, tremendamente caldo… così la centrifuga ha fatto il suo dovere anche perché ora che l’ho preparata, fotografata e bevuta il sole aveva già girato l’angolo. E allora poi avevo freddo, quel freddo che dopo una giornata di sole in spiaggia avverti la sera. 

L'altalena.
Sin da piccola mi è sempre piaciuto andare in altalena e se mi capita di trovare un'altalena state pur certi che un giretto me lo faccio ancora. L'alternanza/intermittenza caldo-freddo fa sì che il piacere derivato da queste due sensazioni non diventi mai sopportazione e quindi sofferenza ma resti quindi sempre piacere. E per questo è importante non arrivare mai ad avere troppo caldo o troppo freddo.
Per farvi un'idea di come sono, provate ad osservarmi quando mi trovo sul balcone :)
(comunque maggiori dettagli su di me nelle prossime righe).

Non ditemi che non vi piace farvi scaldare/asciugare dal sole dopo una doccia fredda (e comunque dopo essere stati al sole anche la doccia calda sembra fredda!) per qualche minuto per poi avvertire di nuovo quel bisogno di rinfrescarsi? Questa è l'altalena di cui parlo.
Se così non fosse rimarremmo come delle lucertole per delle ore sotto il sole ad abbrustolire andando non solo a fare danni alla pelle (e pure alla testa!) ma causando uno stato di squilibrio.

E proprio di squilibrio vi volevo parlare...
Dovete sapere che c’è un dosha in particolare che teme temperature troppo calde soprattutto in estate e se è costretto a rimanervici allora si disequilibra.
Questo dosha è Pitta, e pitta è il mio dosha.

Ma cos’è il dosha?
Nell’Ayurveda i dosha sono le 3 energie corporee che influenzano tutta la materia vivente.
Alla base della filosofia ayurvedica vi è l’idea che siamo composti da tre energie vitali,  i dosha appunto, o tridosha.
Ognuno nasce con una particolare costituzione determinata dallo stato dei dosha dei nostri genitori al momento del concepimento, oltre che da altri fattori.
Alla nascita i tre dosha sono combinati nel modo più appropriato. Se i dosha perdono equilibrio per delle abitudini scorrette o per un eccesso di lavoro assistiamo all’insorgere della malattia.

La costituzione di ognuno di noi è regolata da tutti e tre i dosha anche se in grado diverso, molti di noi ne hanno uno, e talvolta due sono i dosha dominanti.

I dosha determinano la costituzione, i gusti, i tratti della personalità, il modo in cui dormiamo e anche il cibo che dovremmo mangiare.
Dieta sbagliata, stress e traumi provano uno stato di squilibrio che se eccessivo porta alla malattia.

I tridosha governano tutti i processi biologici  e le loro energie regolano la nostra struttura fisica e psicologica.
Ciò significa che la forza predominante, il dosha, in ciascun individuo determina:

·         aspetto fisico
·         funzionamento interno degli organi
·         capacità intellettuali
·         carattere

I tre dosha sono: vata, pitta e kapha.

Il dosha predominante determina anche la predisposizione a determinate malattie
(per sapere qual è il vostro "dosha" dominante potete provare a fare il test che vi metterò nel prossimo post).

L'Ayurveda è il sistema di cura tradizionale utilizzato in India e nello Sri Lanka
e mira a promuovere la salute fisica, emotiva, mentale e spirituale che concorrono a creare la salute di ogni individuo.

Nella filosofia ayurvedica la salute è data dall’equilibrio tra emozioni, intelletto, corpo, azioni, comportamento e ambiente. A livello fisico quando digestione, metabolismo e smaltimento delle scorie sono bilanciati possiamo considerarci in salute.
E’ cruciale nell’Ayurveda una dieta sana basata sugli alimenti appropriati per il proprio dosha (che ricordiamo essere il fattore costituzionale base).

E io che sono pitta devo mangiare cibi crudi e freschi soprattutto in estate (e direi che i datteri, così come anche le nocciole, ce li teniamo per l'autunno). Per questi giorni di caldo via ai centrifugati, agli smoothies, al latte di cocco (ho ancora la noce da spaccare) e al latte di mandorle (trovate la ricetta anche su Phit Magazine di questo mese alla fine dell'articolo sul "raw food" e Supercibi - e il latte di cocco è un Supercibo) e certamente al mio caro-finocchio (centrifugato di carota e finocchio): infatti sia le carote che i finocchi sono tra i cibi adatti a pitta (così come anche lo zafferano che viene utilizzato in generale nell'Ayurveda poiché reintegra l'energia).

I pitta devono bere molta acqua e, se possibile, dovrebbero vivere in un ambiente fresco e vicino all’acqua.

I pitta hanno corporatura e altezza media e sono piuttosto snelli. Hanno spesso la pelle rossastra o giallognola e occhi verdi, grigi  o marroni. Sono spesso chiari e lentigginosi, con il volto a forma di cuore (dite?), il naso piccolo (normale), gli occhi chiari (ok) e i denti giallastri (oddio, non sono bianco latte ma giallastri mi sembra eccessivo). Sono dei leader naturali ma tendono ad essere gelosi, rabbiosi e ipercritici (ma davveroì, leader naturali?).

I pitta sono collegati al fuoco e all’acqua.

Pitta in sanscrito significa “riscaldare”, “bruciare” ed indica un temperamento impetuoso.
I corrispettivo cosmico è il sole.
I pitta tendenzialmente hanno del fuoco in eccesso, e il fuoco in pitta provoca rabbia, attacchi improvvisi di malumore e ipercriticismo 
Il polso di pitta viene chiamato “rana” perché salta. I battiti a riposo sono circa 70-80 al minuto e sono piuttosto irregolari.
Ha spesso fame e un grande appetito.

I tipi Pitta hanno desideri ardenti che spesso si manifestano come ambizioni smisurate.

I pitta sono sani, forti, dotati di un buon sistema immunitario (nel mio caso lo sosteneva anche la dieta dei gruppi sanguigni - sono gruppo B).

I loro livelli di energia li tengono in continuo movimento mentre chi li circonda è esausto. :)

Visto che pitta è associato al fuoco, è probabile che di tanto in tanto emerga una personalità impetuosa che talvolta è soggetta a gelosia, competitività e ambizione sfrenata.
Pitta prova spesso emozioni violente ma rabbia gelosia e odio scompaiono con la stessa velocità con cui arrivano.

Le cause di squilibrio.
I pitta perdono equilibrio a causa dello stress e di uno stile di vita irregolare. 
Per questo per loro è fondamentale dormire a sufficienza, non saltare i pasti e prendersi il tempo necessario per esprimere le emozioni represse
Altre cause di squilibrio sono il caldo eccessivo, i cibi salati, grassi e speziati che creano difficoltà di digestione.
Ma sono proprio io!

Pitta si aggrava guardando la tv, usando il computer e mangiando mentre si cammina. Vi dico solo che io sono infastidita dal volume della tv accesa, amo il silenzio e non ascolto mai musica al computer e in generale preferisco suoni derivati dall'ambiente che mi circonda. In generale per tutti i dosha non bisognerebbe stare per più di 4 ore al computer (e preferibilmente il pomeriggio come invece la mattina presto è il momento ideale per praticare yoga e meditazione).

Vi lascio con i principali segnali di squilibrio di Pitta:

·         sudorazione abbondante e vampate di calore
·         alito cattivo
·         problemi di sonno
·         difficoltà digestive
·         fegato debole
·         deficienze ormonali
·         bruciore di stomaco
·         eczema
·         appetito eccessivo
·         pelle giallastra e piena di macchie
·         infiammazioni
·         colon irritabile


Se però questo elemento focoso è ben bilanciato si avranno dei livelli di energia alti accompagnati da sensazione di gioiapace interiorearmonia e benessere, l’appetito sarà robusto e la digestione buona.
Solo così il tipo pitta sperimenterà le proprie elevate capacità intellettuali la creatività e il successo.

Con questo post ha finalmente ed ufficialmente inizio la serie dei post dedicati all' Ayurveda che credo ci accompagneranno per un bel pezzo!

P.S.
In questi giorni, nella mia "fase freddo", ho fatto delle prelibatezze da forno che ho anche fotografato ma non avendole postate subito sono andate perse, anche se... pensavo di mostrarvele alla prima giornata fredda che prima o poi arriverà.