venerdì 30 dicembre 2011

Pelle liscia a Capodanno, pelle liscia tutto l'anno!

Chiudiamo questo 2011 in bellezza. 
In questo post vi parlerò dei miei segreti per una pelle liscia come seta (chiudendo un occhio su "due di numero, due" brufoletti -galeotta fu la "casola"milanese di giovedì scorso- dovuti alla verza che costituiva il tesoro nascosto tra gli attacchi dei pirati che avevano la forma di carne di maiale, che comunque in parte hanno lasciato il segno).
M a parte questo piccolo inconveniente pirata, vi voglio parlare dei miei progressi in fatto di prodotti per la cura del corpo.

Dicevamo, brufoletti a parte, vi interesserà sapere come mi prendo cura di viso e corpo e soprattutto, con quale risultato. Bene, partiamo dal risultato. 

La mia pelle mista appare liscia e luminosa, idratata ma non lucida o unta (nemmeno ho più usato la base sebo normalizzante di Fitocose che se ne sta lì, pressoché integra, a riposo).

E vediamo i prodotti che uso.

Per LAVARMI il VISO.
Angeli a fior di pelle di Lush alternato al mio detergente Tea Tree Oil di Fitocose (nel mio kit cosmetico d'autunno trovate raccontate un po' di cose).

Segnalo una new entry, il mio Angeli a fior di pelle, fatto in casa.
Dopo una serie di raffronti tra le varie versioni che spopolano sul web, eccovi il mio adattamento, in base ai miei gusti e agli ingredienti caratterizzanti la mia cucina.

Ingredienti.
  • farina di mandorle 3 cucchiai
  • olio di jojoba (già lo uso per rimuovere ombretto e fondotinta) - 1 cucchiaio
  • semi di anice polverizzati (più o meno) - 1 cucchiaio
  • argilla verde farina di grano saraceno (la stessa dei pizzoccheri, usata anche per il "Pan della massaia lombarda ") - 1 cucchiaio
  • tonico all'Alchemilla di Fitocose

Come l'ho preparato.
Ho preso la farina di mandorle (non ho tritato le mandorle intere perché avevo già la farina aperta che volevo consumare - e poi le mandorle bio me le tengo per le mie preparazioni culinarie visto che questa farina, che non è bio, non sa per nulla di mandorle!) e ho aggiunto l'olio di jojoba, i semi di anice e... dov'è finita l'argilla???
Avrei dovuto utilizzare l'argilla verde acquistata appositamente qualche settimana prima in erboristeria ma proprio sul punto di aggiungerla non l'ho più trovata: sparita, temo di averla buttata con il suo sacchettino di carta nella differenziata insieme alle altre cose di carta nella confusione di pacchi e pacchettini di Natale...). 
Per fortuna in soccorso mi è arrivata la farina di grano saraceno che conservavo in frigorifero poiché è una farina molto delicata e facilmente deteriorabile. 
Solo alla fine ho aggiunto il mio tonico eco-bio per regolarne la consistenza (sta per finire ma proprio oggi è arrivato il mio ordine di prodotti "Green Energy ORGANICS" fatto su Privalia qualche settimana fa e c'è anche un tonico all'orchidea reale... ma vi parlerò di questi prodotti l'anno prossimo).

La consistenza.
Il mio Angeli casereccio mi ricorda quel mangime per uccellini giallo dalla consistenza farinosa e con quell' odore delizioso, avete capito di cosa sto parlando? Da piccola lo avevamo in casa per i canarini.
Questa cosa ci somiglia molto sia nella consistenza ma anche l'odore mi pare (non era proprio all'anice quel mangime?). Il colore ovviamente è diverso.

Vedete la consistenza? 
E' più simile forse all'Erbalibera di Lush...

Angeli a fior di pelle fai-da-me
"Angeli a fior di pelle" fatto in casa,
scrubbino goloso al cocco con un cuore di caffè e cacao e
olio di jojoba Fitocose...

Per LAVARMI il CORPO.
Non avevo ancora trovato il prodotto ma ora l'ho trovato e non lo mollo più: sto parlando del mio dolce scrubbino al cocco ma nella versione con solo farina di riso (resta più bianco e delicato) con cuore marocchino (caffè + cacao). Lo vedete qui nella foto (nella foto dei semifreddi afrodisiaci vedete invece la variante con la scorza di limone per una pelle ancora più liscia).

Lavarsi la testa.
Alterno lo shampoo solido alla cannella di Lush al BeSave! (a breve proverò a produrre in casa anche uno shampoo solido).

IDRATARE VISO e CORPO.
Per il viso utilizzo la crema all'olio di argan + quella contorno occhi alla rosa rubiginosa Fitocose (quest'ultima non mattino e sera, non ci riesco, ma una volta al giorno sì).

Per il corpo non uso nulla perché lo scrubbino fa già tutto da solo e davvero ora non mi occorre più la crema (ma nei prossimi giorni proverò a fare questa alla lecitina suggerita da Khadi nel suo post - è di Carlitadolce la ricetta).

Per idratare mani e talloni ho le mie cremine di Fitocose (nell'ordine di prodotti "Green Energy ORGANICS" ho anche una crema ai frutti di bosco... mmm, l'ho già aperta ed è buonissimo il sapore, pardon, profumo). 

Comportamenti.
Con una pelle così liscia non riuscirete a smettere di toccarvi (mentre scrivo mi sto toccando...il viso, è così liscio :)).

Ora devo capire come si comporterà la farina di mandorle con eventuali brufoletti, se li alimenterà oppure no (qualcuno a questo scopo suggerisce di usare la farina di cocco ma io volevo provare qualcosa di diverso per il viso). 
L'angeli auto prodotto lo conservo in frigorifero e mi sbrigo a consumarlo (non andrebbe conservato più di 2 settimane, io dico anche prima). Avendone fatto 100 g, un po' tantino, lo dividerò con amiche disposte a lavarsi in modo inusuale.

Frutta e verdura.
Vi ricordo che consumare frutta e verdura è importante per avere una pelle giovane e luminosa. Stop anche al fumo e all'inquinamento atmosferico (allontanatevi dalla città se potete) e via ai centrifugati e alle spremute fresche. Solo così eviterete che anche la vostra pelle sia, come voi in certi periodi, cupa.

Perché non iniziare il 2012 con un piccolo cambiamento?
Potreste tentare di realizzare un dolce senza uova e senza zucchero (certamente senza burro!). Non chiamiamolo con disprezzo vegano ma concentriamoci sul gusto. 
O anche uno scrubbino delizioso per il corpo e poiché fatto da voi, con ingredienti da voi selezionati, sarà certamente di vostro gusto e soprattutto senza schifezze dannose.

Occ(hio)itane.
Concludo dicendovi che qualche giorno fa sono passata in erboristeria per provare di proposito la crema mani al cioccolato l'Occitane (che conosco bene e infatti evito!). E non capisco perché quando si chiede una crema mani naturale mi indirizzano su questa!! - per fare chiarezza su questo argomento potreste leggervi il mio terzo post di luglio, proprio sulla cosmesi naturale.
Costo 20 euro, di naturale nemmeno l'odore dato che questa al cioccolato aveva la stessa identica profumazione di tutti gli altri prodotti della linea. Del cioccolato nemmeno una vaga idea per il mio naso abituato a ben altri cioccolati.

Sono intollerante a quegli odori forti e tutti uguali, già troppo spesso sentiti.
Ragion per cui, non me ne vogliano gli oli essenziali, ho preferito non aggiungere nessun olio essenziale a questa mia preparazione casalinga così da sperare di avere un profumo ancora più nuovo e mai sentito.

Perché non vi parlo di maschere viso? 
Perché per la mia pelle sono superflue (e forse non ho tanto tempo?) e io non le faccio praticamente mai. Mi strucco con l'olio, mi lavo con le farine e mi idrato con Fitocose. E la mia pelle sta bene.

Il detto.
Chi è liscio a Capodanno è liscio tutto l'anno, non si dice così?
Se non ci sentiamo (e non credo) Felice Anno Nuovo a tutti!

martedì 27 dicembre 2011

I "marroni" delle feste

Eccomi tornata per fuggire di nuovo (dove non si sa) ma non prima di avervi resi partecipi di certi oggetti marroni che vanno girando per casa in questi giorni.

Test a Babbo Natale.
Nella mia letterina a Babbo Natale avevo chiesto una serie di cose per metterlo alla prova su alcuni argomenti. Vi riporto le tre domande più interessanti.

Domanda 1.
"Esiste Babbo Natale un luogo dove potersi recare a mangiare senza dover leggere il menu preoccupandosi di poter trovare ingredienti come burro, glutammato (oltretutto nemmeno sono indicati e si nascondono in tutta probabilità sotto la voce "risotto mantecato al qualchecosa"). Un luogo immaginario dove poter bere centrifugati di frutta bio, mangiare dolci buoni naturalmente senza zucchero, bere tè e tisane in un'atmosfera idilliaca di pace e tranquillità?"
Risposta: "Casa tua bambina mia". 
Io però poi gli ho risposto che c'è il "Mudra Natural Cafè" pensando così di fare io un regalo a Lui che potrà così trovare un luogo accogliente dove riposarsi e rifocillarsi prima di ripartire per la Lapponia (oltretutto nel cortile interno credo le renne potranno restare senza problemi).
1- 0 
Domanda 2.
Esiste un luogo dove poter parlare di "argomenti tabù" in cucina (il sesso qui non c'entra Babbo)? Dove poter usare parole tipo seitan, manitoba, kamut...? 
Risposta: "Piccola, non credo verresti ascoltata, ti consiglio di trovare altri argomenti".
Ma come? Non conosce Veganblog?
 ;(
2- 0
Domanda 3.
Vorrei una borsa bauletto in stile "anice e limone"e di colore marrone, lucida e "plasticosa" ma allo stesso tempo elegante e sobria (se fosse anche sorridente sarebbe il massimo). Già esiste o la devo far realizzare? 
Risposta: "Prova a vedere il "Futura Bauletto" di Furla" - e aggiunge: "però conviene che ci vada tu direttamente: la compri e poi la metti sotto l'albero."

Ma davvero? Già esiste una borsa così???
Eh sì che esiste, eccola qui :)

Furla - Futura bauletto
Anche la borsa sorride di fronte al seitan :)

2-2

Però Babbo Natale si sbagliava di grosso su una cosa: a differenza di quello che si poteva credere quest'anno qualcuno mi ha sorpresa davvero (e mica solo con il bauletto!).
Che si tratti di un tentativo di porre rimedio (chiedere scusa?) per i ripetuti rifiuti nei confronti dei miei veg-esperimenti in cucina? 
In questo caso sei perdonato :)

Anche Babbo Natale è perdonato: infatti non ero stata chiara sul materiale e questa borsa non è plastica ma vitello spazzolato...

Sintomi dell'influenza.
Questa letterina è sintomatica del fatto che anche Babbo Natale è prevenuto nei confronti di certe cose. Vi mostro un'altra cosa marrone che in questi giorni gira per casa.
Si tratta del seitan che sto facendo in mille modi. E su Veganblog vi ho messo una questa semplice ricettina

Ma cos'è il seitan?
E' un alimento ad alto valore proteico ottenuto dal grano tramite una lavorazione artigianale (nel mio caso la lavorazione è stata fatta da altri e il prodotto l'ho comprato già pronto da cucinare).
E' l'alternativa veg alla carne.
Vi mostro la variante della mia ricetta su Veganblog, quest'ultima mangiata oggi a pranzo.

seitan alla pizzaiola
Apposta vi ho messo in risalto l'olio così che certe bocche
prevenute siano messe a tacere (poi l'olio resta solo nella padella, tranquilli) 

Seitan alla pizzaiola.
Si scaldano i pomodorini bio in scatola (sono in scatola ma si scaldano in padella) con anche il loro sughetto (dicesi "passata") in un poco di olio di semi di girasole (o EVO se preferite) con qualche spicchio di aglio (adoro l'aglio per cui io esagero). Si taglia il seitan a listelli e lo si mette a cuocere per una decina di minuti insaporendolo con dell'aceto balsamico e sul finale con una bufera di "mix di erbe biologiche per verdure" che sostituirà bellamente ed egregiamente il sale.
Non vi dico la bontà perché per capirlo dovete provarlo!

Sono buona e vi mostro anche la tabella così che anche solo per il "picco proteico" spero qualcuno vorrà provare a mangiarlo.

Valori nutrizionali per 100 g di prodotto.
Kcal 133
Proteine 26,5 g (tantissime!!!)
carboidrati 6,6 g (pochissimi!!!)
grassi 0,1 (nulli)

Mi fermerei qui se non fosse che tra gli ingredienti leggo del mio amato zenzero (scrivete "zenzero" nel motore di ricerca interno al blog e troverete i post in cui ne parlo) e allora eccoveli: Farina di grano tenero tipo "0" Manitoba 60%, acqua, salsa di soia, zenzero.

In questi giorni tra dolcetti marroni in versione originale (ma anche modificati + caffè speciali) semifreddi afrodisiaciseitan, datteri nocciolosi (parte del regalo di Miss Raw :)), bauletti, il marrone qui da me gira che è un piacere (credo siano ben altri i "marroni" che vanno girando a Natale ad una certa Miss...).

sabato 24 dicembre 2011

Semifreddi (afrodisiaci) per le feste

Eccomi con un breve post per augurarvi Buon Natale e per suggerirvi un dessert vegano (e anche afrodisiaco)
Budino? Esattamente (anche se "semifreddo" mi fa gioco per parlare anche dello scrubbino al cocco). Naturalmente è senza zucchero aggiunto e potrete realizzarlo in pochissimi minuti con pochi ingredienti.
Lo vedete qui nella foto insieme allo scrubbino al limone che sarebbe l'"evoluzione agrumata", e più delicata, delle coccole (comunque ve lo avevo già raccontato nel post Nespresso: semino cose a destra e a sinistra per cui oggi ve l'ho rimesso anche qui tra i semifreddi).
Questo scrub infatti è un semifreddo non solo per il richiamo all'inverno e alla neve (quella che vedete è farina di cocco) ma anche perchè va tenuto in frigo per farlo appallottolare bene.

La via della seta.
Credo di avere trovato l'unica cosa che mi mancava nel mio kit per una sopravvivenza pulita su questa terra: il detergente corpo.
Questo scrub cocco e limone è un potente pulitore (non così tanto per dire, davvero toglie lo sporco!) e lo fa in modo assolutamente delicato: si presta allo sfregamento di zone particolari come le caviglie e i piedi, l'interno del braccio, la schiena ovviamente e anche il decoltè, le cosce certamente e probabilmente anche il viso anche se ancora non l'ho utilizzato lì. E la pelle vi resta un autentico velluto.
Da qualche giorno lo sto usando e non credo smetterò di farlo (speriamo solo il cocco non mi stanchi...).
Per me questa è stata una scoperta sensazionale, azzarderei, "la scoperta dell'anno".

Eccolo lì in secondo piano (non è molto egocentrico fuori dalla doccia):

veg budino pera e cannella
Semifreddi di stagione: dessert da proseguire sotto la doccia...
(Fabiana, riconosci il bigliettino? :))


Ingredienti (dosi per ottenere 4 o 5 scrubbini).
  • 5 cucchiai di olio di riso
  • 4 cucchiai di farina di cocco
  • 4 cucchiai di farina di riso bio
  • bio scorza di limone

Per il semifreddo, che invece si mangia, di cui vi avevo anticipato alla fine del post di ieri (l'elogio alla suocera) ecco cosa vi serve.

Ingredienti (dosi per due bicchierini da caffè come quello della foto).
  • 1 pera biologica
  • bio polvere di cannella qb
  • 2 o 3 cucchiai di tisana allo zenzero (o anche del tè verde, benissimo) 
  • 1 cucchiaio scarso di farina di riso (o altre farine leggere se non l'avete)
  • 1 o 2 cucchiai di yogurt d soia al naturale (no "Valsoia", è tutto fuorché yogurt! Serve quello al naturale come "Sojasun" -lo trovate all'Esselunga)

Ho fatto così. 
Ho frullato la pera. Ho messo in una pentola antiaderente due o tre cucchiai di tisana allo zenzero (rimasta dalla bevuta di poco prima) e ho aggiunto la cannella in polvere (io come al solito ci sono andata pesante ma voi dovreste essere meno impulsivi). L'ho fatta sciogliere e non appena la tisana è diventata di colore scuro ho aggiunto la pera frullata e ho fatto andare per qualche minuto fino ad un cenno di bollore. A quel punto ho messo la farina di riso e ho fatto andare ancora qualche minuto continuando a mescolare. Ho tolto dal fuoco e aggiunto un cucchiaio di yogurt (due sarebbero stati perfetti, voi mettetene due). Ho mescolato e poi ho messo nel bicchierino. 
Ho fatto raffreddare e messo in frigoriferoDopo circa 4 ore l'ho gustato. La consistenza è simile a quella della crema della "Zuppa inglese", simile anche al budino. Super riuscitissimo direi (sarà felice Fatina... come già detto nel post di ieri, ho preso spunto dalla sua bombardata di dolci al cucchiaio).

Ho poi spruzzato un po' di neve (cocco), che con la cannella ci sta proprio bene. Ed ecco fatto, pronto da gustare.

Variazioni...
Avevo anche già pensato ad altre due varianti che farò spero nei prossimi giorni.
Resta tutto identico ma al posto della cannella in uno ci mettete dello zenzero in polvere e in superficie dell' orzo solubile. Nella versione due mettete il cacao (amaro ovviamente) per concludere con un'altra bella nevicata al cocco in superficie.

Afrodisiache.
Cacao, zenzero e cannella sono degli afrodisiaci. E considerato che il dessert vi lascerà anche molto leggeri... non so, fate voi!
Buone feste!

venerdì 23 dicembre 2011

Elogio alla suocera: la Stevia di Natale

Nessun errore di battitura. Intendevo proprio la suocera la Stevia rebaudiana.

Veleni.
Le "Stelle di Natale" le avevo già tirate in causa in un precedente post, ma non erano le piante anche se il comportamento era il medesimo: come loro avrebbero attirato il consumatore con il loro bollino stellato per poi colpirlo alle spalle, con l'inganno, con il loro veleno (così come avvenuto a seguito della truffa del biologico).
Già da piccola oltre al veleno della vipera sapevo di quello della suocera e della Stella di Natale. Mia mamma mi diceva di non toccarla perché era velenosa e io da piccola ero una bambina molto paurosa: avevo paura delle farfalle, di prendere la corrente, di trovare siringhe "dei drogati" camminando per strada, di perdermi al supermercato, ecc.. 

Divagazioni in rosso.
E mentre dal rosso della stella mi tenevo alla larga, dal rosso del secchio del mocio Vileda no. Così un giorno, sfuggendo al controllo dalla mamma, ho voluto assaggiare un poco di quell'acqua sporca mista a detersivo (che non era certo eco-bio). Ma nulla di grave dato che era giusto un assaggino e ora non ricordo di preciso quali furono le istruzioni del medico ma me la cavai con qualche sgridata. 
Se il secchio fosse stato verde o azzurro magari me ne sarei stata buona buona ma invece era rosso.
Per sapere qualcosa di più sulla psicologia del colore rosso e per entrare nell'atmosfera natalizia (qualora non ne aveste ancora abbastanza), potete leggere il post di Ayame.
E comunque sono il verde e l'arancione i miei colori preferiti.

La suocera.
Perché ho parlato di veleni? 
Non certo in riferimento alla suocera, sia chiaro. Infatti il regalo per la suocera è una stupenda pianta di Stevia che non avrei certo regalato se l'avessi ritenuta particolarmente velenosa. Infatti mia suocera non è "la suocera" per cui se anche le foglie della Stevia sono un dolcificante naturale non è certo questo il messaggio (e comunque non tutte le suocere sono suocere, così come non tutte le mogli cuciono e stirano). Questa donna ama molto le piante e già ne ha sul suo balcone. Così ho pensato che un'altra sarebbe stata ben accolta dalle altre e quando da "That's Gentile" in via Mac Mahon (luogo delizioso pieno di piante e fiori) ho visto questa pianta fuori dal negozio, con queste bacche arancioni, ho capito che era lei la pianta che le avrei regalato. 

pianta di Stevia
Concentratevi sul vaso:  la parte superiore è venuta mossa,
 probabile per effetto del freddo...brr

Dolci foglie.
La Stevia è conosciuta da diversi millenni, oltre che per il potere dolcificante delle sue foglie, anche per le proprietà medicinali. Infatti è stata correntemente usata da secoli dai popoli indigeni del sud America per le sue doti curative ed è usata ancora oggi.

Come dolcificante è molto più dolce del comune saccarosio. I principi attivi sono lo stevioside, e il rebaudioside AI principi dolcificanti sono in tutte le parti della pianta ma sono più disponibili e concentrati nelle foglie, che quando sono seccate (disidratate), hanno un potere dolcificante (ad effetto della miscela dei due componenti dolcificanti) da 150 a 250 volte il comune zucchero
Contrariamente allo zucchero, i principi attivi non hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie). Una foglia fresca, o un quarto di cucchiaino di foglie essiccate, corrispondono a un cucchiaio di zucchero (durante l'essiccazione il peso della pianta fresca si riduce dell'80%). 
La si trova anche in estratto in polvere e in concentrato liquido
Circa la sospetta cancerogenità della pianta, per farvi una vostra idea sul tema vi invito ad approfondire su Wikipedia (e vi anticipo già anche l'Unione Europea il 14 aprile 2010 ha approvato l'uso della Stevia come Food Additive, così come è accettato in Svizzera, e storicamente in tutti Paesi latino-americani).
Ma non essendo la Stevia cibo indispensabile alla sopravvivenza potete farne tranquillamente a meno. Infatti è bene non abituare il palato a sapori artificiali: così non vi perderete tutta al bellezza di ciò che la natura ha reso naturalmente dolce.

Naturalmente.
Infatti con questo post vi vorrei anche far sapere che il mio corpo (e io nulla posso farci visto che è lui a decidere per me) non gradisce edulcorazioni. Il caffè per me è senza zucchero, i dolci sono naturalmente dolci senza aggiunte extra di zucchero (né tanto meno di aspartame!!). Tutto ciò che è percepito "extra" al mio corpo non piace affatto (non mi rifarei nemmeno le tette pur non godendo di una taglia "extra"). 
Perché non godere del sapore zuccherino di un frutto in cui, naturalmente, troverete tutte le sostanze nutritive che vi occorrono?
E perché non dolcificare torte e biscotti solamente con la frutta? Io ci ho provato e questo blog vi potrà fornire tutte le prove.

Buone abitudini.
Quando vi sarete abituati a certi sapori naturali (e straordinari visto che non siamo abituati) vi garantisco che non sentirete più il desiderio di mangiare dolci "forzatamente" dolci.
Ieri sera, alla cena di famiglia con annesso scambio di cialde e regalini vari (si mangiava la "casola" quasi tutti, le verze io), il dolce che era una torta di crema e whisky, e nemmeno poi così pannosa (con tutta probabilità di altissima pasticceria), non mi dava nessun richiamo. Zero. Niente da fare. E' rimasta lì a guardarmi e io non la vedevo nemmeno (fino a quando poi si è sciolta e qualcun'altro l'ha mangiata).

Pillole di saggezza.
Prima di intraprendere una dieta dimagrante vi vorrei invitare a provare questo: iniziare a piccoli passi scoprendo alimenti che non conoscete (potreste dare una sbirciata su Veganblog, a prescindere che si tratti di cucina vegana, lasciandovi condurre solo dai sensi) così da rendervi conto della varietà di materia di cui potreste disporre (io il 50 % di quello che mangio ora prima lo ignoravo completamente!). Cercate di scoprire poco alla volta cibi che non avete mai provato, uno alla volta fateli entrare nella vostra cucina. 
Abituate il vostro palato a sapori di qualità privilegiando magari ingredienti "crudi" e dimenticate la quantità. Vi garantisco che per il portafogli sarà lo stesso. Cercate di provare cibi nuovi, poco elaborati, concentratevi sul cosa e non certo sul quanto.

una foglia di Stevia
Magari non così poco elaborati :)

Stupefacente.
All'inizio sarà divertente perché sarete sconvolti dal fatto che esistano dolci buoni senza uova, senza burro, senza zucchero aggiunto. Poi finita la novità non sentirete più il richiamo delle vecchie conoscenze perché vi sarete tarati su questa nuova dimensione
Io vi posso dire che dopo circa due mesi di sperimentazioni il mio palato ora è nuovo, riprogrammato solo per i sapori autentici. Sarete sorpresi di come i vostri sensi si saranno amplificati.
Non pensatemi sotto effetto di qualche sostanza stupefacente mentre scrivo anche se per la stanza ancora si sente l'odore di cannella: ho preparato una specie di semifreddo/budino che se mi è riuscito bene (e lo scoprirò solo assaggiandolo, magari più tardi) vi mostrerò.

Lo spunto giunge dalla "bombardata di dolci al cucchiaio", questo post al cucchiaio di Fatina, anche lei veg-chef su veganblog (ci siamo conosciute lì). Il suo blog è molto più di un fantastico blog di ricette veg (e fosse l'unico, ne ha un altro fantasy in cui parla di libri...). Fantastica.

mercoledì 21 dicembre 2011

Nespresso, what else?

What else
Direi una serie di altre cose...
Come ad esempio i Brownie (una specie direi) per mariti capricciosi.

Varianti interessanti di arancini.
Infatti dopo avere rifatto una seconda volta gli arancini alla frutta secca che il marito non gradisce (la frutta secca intendo e di conseguenza i dolcetti - e sarà dura in futuro andare d'accordo su questo punto poiché gli unici zuccheri che utilizzo sono quelli naturali della frutta), alla terza sono stata decisamente più comprensiva.

Già ho detto che a Natale mi sento più buona. Così ieri, alla mia terza esperienza con questo dolce, ho deciso di dar vita ad una porzione Brownie.

Le versioni.
Vi faccio giusto un riepilogo delle versioni.

1.
La prima, l'originale, è questa (che potete leggere, commenti inclusi, anche su Veganblog) ed è andata a ruba (per dirla tutta, io "l'ho fatta andare a ruba" come piccolo dono di Natale).

2.
La seconda è stata fatta utilizzando solo farina di ceci così da renderla "una botta di proteine" e sull'esperienza del veg-panettone, per smorzare i toni cecioni, ho aggiunto anche della scorzetta di limone che insieme al succo d'arancia e alla marmellata di arance amare l'hanno decisamente messa a tacere. 
Il risultato è stato un dolce assai amabile per gusto e consistenza finito in varie bocche tra cui quella di Sara, la mia ovviamente, e quella di Fabiana (più una serie di altre bocche le cui identità restano sconosciute al blog). Più "gnucco" del primo, che si presentava invece più secco simil-bisciola, ma ancora più gradevole da masticare a mio parere. Il trucco per mandarlo giù è accompagnarlo ad una tisana (io consiglio quella allo zenzero).

3.
La terza versione doveva essere ancora "una botta proteica" ma a 225 gr la farina di ceci è terminata così i restanti 25 g sono stati di riso (il cereale intendo). Ho scordato la scorza di limone e anche le pere (dopo lo scandalo giunto dalla Francia delle "protesi killer" in silicone -a pochi giorni di distanza dalla truffa del biologico- probabile senza volerlo abbia voluto restare alla larga dalle pere in generale), ma ho voluto metterci le arance per intero (infatti non solo il succo ma anche lo scarto -che non è mica robaccia- che resta nello spremiagrumi). 

Dispersioni.
Questa volta sono lievitati in modo pazzesco anche perché ho messo un po' più di bicarbonato e soprattutto non ho fatto disperdere il calore del forno: infatti nella seconda versione la teglia nera era rimasta a scaldarsi nel forno così che per collocare gli stampi su di essa ho impiegato almeno 30 secondi che a forno aperto sono valsi una fuoriuscita di calore (più bruciature varie alle mani e fuoriuscite di materia dagli stampi), con conseguente impasto gnucco, assai più godurioso per il mio palato.

Ho capito che sbagliando non solo si impara ma, alle volte, viene ancora meglio :D

3 - b(rownie)
E prima di mettere le prugne ho destinato una parte di impasto (avendo cura di non far capitare fichi!) al "piccolo brownie" dedicato al marito. Infatti qui ho dovuto mettere 3 cucchianini di una crema alle nocciole molto particolare, senza conservanti e biologica, che come primo ingrediente contiene ben il 38% di nocciole biologiche (nocciole della Tuscia per la precisione).

Ecco ciò che rimane nella foto (Infatti ne basta un assaggino per deliziarvi il palato).

Mi piacerebbe proprio una parete realizzata reciclando
le confezioni delle cialde...

Il dato sorprendente è che anche i 5 dolcetti senza crema al cacao (con prugne e fichi, i classici della tradizione) sono "brownie" nell'aspetto. 

Che li abbia corrotti troppo? Non mi pare, solo 35 minuti, il tempo giusto.

Questo brownie (anche se a dirla tutta non è un brownie vero visto che io ci ho messo una crema alle nocciole) è delizioso da gustare con una tazza di Nespresso "Variation Chocolat Noir".

Ricadute.
Ma come, non avevo smesso con le cialde Nespresso? 
Purtroppo sì (e ho anche portato già in box la mia "Krups" per far posto alla centrifuga) perché ero dipendente da cialde e quando poi inizio con una cosa non smetto più (penso vi sia piuttosto chiaro). E poi le cialde non si smaltiscono facilmente, si spende un capitale in abusi di caffè e poi il rumore della caffettiera ha sempre il suo fascino.

Così sono ritornata al veleno, versione tradizionaleMa questa mattina mi sono pentita.

In boutique.
Infatti questa mattina sono entrata nel negozio Nespresso, pardon, "boutique Nespresso"(in zona Corso Vercelli) per prendere una vagonata di cialde da regalare alla mamma per questo Natale (e probabile anche per il prossimo). 
Mi sono voluta lasciar offrire il caffè della "limited edition" natalizia al cioccolato... non lo avessi mai fatto, era proprio buono. Mi degustavo comodamente seduta, occhi semi chiusi, questa delizia, rigorosamente senza zucchero, pensando che invece adesso a casa avrei potuto bere solo un centrifugato alla carota: non che mi dispiaccia, anzi (tra parentesi, al Mudra sono già due volte che lo prendo con zenzero e mela, e ieri con Fabiana anche con aggiunta di aloe...)Ma quel caffè così cremoso... 
Me lo devo dimenticare!

Ma la giornata era già iniziata bene per un'altra ragione.

La Gardenia Profumerie.
Infatti ero entrata in profumeria per cercare "Eau Sauvage". Eau de toilette pour homme di Dior.
Ovviamente non è per me, non che non mi piacciano profumi maschili, anzi (il mio Dirty di Lush è da uomo). Solo non è eco-bio, come tutti questi profumi del resto.
Ma è per il mio papà. Da quando ero bambina lui utilizza questo profumo e in qualche modo mi ci sento legata.

Ma perché è iniziata bene?

HAPPY TIME.
Infatti dalle 11 alle 11:30 il negozio "la Gardenia Profumerie" (che si trova prima della Nespresso) applica uno sconto straordinario del 25% su tutti i prodotti.
E io casualmente ero entrata lì, ed erano appena scoccate le 11. Tempismo perfetto!
Che fortuna ho pensato (i 12 euro guadagnati li ho poi convertiti in cialde...).

Bene, i coniugi sono a posto, resta ora da occuparsi della cognatina e della suocera.

Prima di passare alle cose serie vi lascio con un aggiornamento sugli scrubbini (certo non sono regali che van bene per tutti).

Come varianti alla prima versione "neve sporca", per via della farina di grano saraceno, ne ho fatte altre due versioni "neve pulita" utilizzando solo la farina di riso (che comunque lava, tranquilli).

Maroc-lemon scrub.
Una versione con un cuore di cacao e caffè e un'altra con della scorza di limone nell'impasto per idratare e tonificare, nonché per darvi il colpo di grazia agrumato sotto la doccia.
Questa che ho provato ieri è molto più delicata del primo scrubbino e credo lo sia anche più di quella con il cuore marocchino che dovrebbe "scrubbare" un pochino di più per via del caffè (ancora non l' ho provata).

Il bello delle cose fatte a mano è che vengono sempre diverse. 
Come le creme di Fitocose che ogni volta hanno colore e profumazioni diversi (ecco perché attendo con tanta gioia l'arrivo del pacco, è sempre una sorpresa). Ma è anche un po' il brutto perché non sai mai come ti vengono chiamarle. E certo non puoi rischiare di portarle alla suocera come dolce alla cena della vigilia (quella mi tocca).

Bene, è ora di un tè/caffè con arancino/muffin/brownie, voi che fate?