mercoledì 29 agosto 2012

"Un autunno da leccarsi i baffi"

Finalmente il blog ritorna a sfornare ricette!
Contenti?
Per ogni Anonimo che non gradisce immagino (e spero) ci sarà Qualcuno che vedrà invece di buon occhio questo ritorno.

Ho detto sfornare volutamente perché volevo proprio tirare in ballo il forno che è, ovviamente, ancora spento. Sono più di 5 mesi che non lo accendo: l’ultima volta è stato in occasione di quel mio "muffin spostato" e credo resterà a risposo ancora per qualche settimana/mese, almeno fino a quando la temperatura non scenderà ancora un po'.
Oggi si sta decisamente bene ma qualche giorno fa, sabato per esempio -il giorno del mio esperimento- avevo in casa la bellezza di 31 gradi!

Alla domanda, "ma accendere l’aria condizionata?" la risposta è "No, non ho l'aria condizionata", né quella con lo split e nemmeno il condizionatore che mi segue da una stanza all'altra (il Pinguino o simil per intenderci) che ho gentilmente dato via... una follia di questi tempi!? Sì, va beh, ma chi
 si aspettava tutto sto caldo? (in realtà si sapeva benissimo).
Vi spiego subito il mio ragionamento: se
sono impegnata a combattere con il caldo non ho altro con cui combattere :), che ve ne pare? Vero è che utilizzo prodotti ad effetto rinfrescante che vaporizzo sul corpo, e sotto la doccia mi lavo/idrato con il mio doccia schiuma di Fitocose alla menta. Mangio piuttosto leggero e se non ho appetito non mi forzo. Tutto qui.
C’è comunque da dire anche che il corpo si adattata al cambiamento, e il mio in questo periodo più di altri. Chi lo avrebbe mai detto? Io che per due gradi in più della mia temperatura ideale mi sentivo morire fino a qualche mese fa...
Questa cosa è magnifica, vuol dire non solo che ci si adatta ma che si evolve (forse :)).

Addirittura bevo tazze di tè verde così che l’"effetto bagno turco" sia potenziato e in questo modo mi preparo per il detox di settembre.
Infatti settembre è tempo di vendemmia, dunque, cosa c’è di meglio di una cura a base di uva per disintossicarci? Qualcuno penserà che di meglio c'è la cura a base di vino, per disintossicare da pensieri indesiderati e restare per un po' "allegri". Ma l'effetto dura poco per cui meglio puntare su altro, tipo i Fiori di Bach (che comunque si trovano in soluzione alcolica a base di brandy :)). In ogni caso, tra pochi giorni su Phit di Settembre potrete leggere da voi dei benefici dell'uva...


Mentre invece leggerete qui di seguito, se vi va, la ricetta che ho pensato per partecipare al contest della Rigoni di Asiago “Un autunno da leccarsi i baffi”


Dovete sapere che il blog era nato da pochi giorni, era il 14 agosto del 2011 e per la prima volta la marmellata ai mirtilli neri della Rigoni di Asiago (che abbrevierò con "RdA") faceva la sua comparsa.

Perché proprio la marmellata della Rigoni?

Rigoni Love-Story.
La comprai per la prima volta perché non aveva inutili zuccheri aggiunti e così scoprii che era addirittura biologica. Non solo. La si poteva trovare al supermercato e non costava nemmeno il doppio delle altre marmellate. In pratica una di quelle piccole e inaspettate piacevoli cose che, se accadono in "giorni in cui si è particolarmente arancioni", ci fanno brillare gli occhi e dilatare le pupille.
Quando poi scoprii la Nocciolataecco, quella fu davvero la fine! Anzi no, l’inizio di tutto. Infatti Ri-
conobbi il logo della RdA anche sul miele. E me ne accorsi perché stavo cercando un miele in formato famiglia (avevo infatti ripreso l'abuso di miele dopo una breve, sperimentale ed intensa parentesi vegana - come potete intuire, il miele non è vegano). Non avevo la pretesa che fosse biologico e quando mi accorsi che la ricerca del rapporto qualità prezzo mi aveva indirizzata su quello della RdA, "Il Millefiori", ho fatto i salti di gioia (lo dico per dire, non mi sono mica messa a saltare - infatti ero alla Coop, per ora lo trovo solo qui :|).

Dopo tutto questo raccontare a proposito della mia storia con i prodotti della Rigoni (ci tengo a precisare che il contest non lo richiedeva ma come sapete, se un prodotto merita io non risparmio certo parole) veniamo all’oggetto del post, ovvero, alla ricetta con la quale parteciperò al contest "Un autunno da leccarsi i baffi"... Eccola!


L'ho chiamata "Dolce tentazione di Venere".


E neanche a farlo apposta i baffi ce li dovremo quasi sicuramente leccare!
Vedete? La crema interna fuoriesce e nell’atto in cui tenterete di portare il dolce alla bocca inevitabilmente dovrete usare la lingua perché un po' di crema vi resterà nei paraggi.

Ve la racconto un po' se vi va (se non vi va passate direttamente alla ricetta, non mi offendo per così poco :)).

Come è nata l'idea + come risparmiare energia.
Dato che deve/dovrebbe essere una ricetta autunnale ma, come vi ho detto, il forno qui da me non si accenderà fino a Natale (mese più, mese meno), ho dovuto trovare un’alternativa. E le intuizioni/soluzioni migliori si hanno proprio quando bisogna ingegnarsi (capirai che intuizione!).
Qualche settimana fa, per merenda, avendo terminato inaspettatamente le banane, ho aggiunto del miele RdA ad una ricottina che avevo in frigo. Inutile derivi quale delizia per il palato! Il miele oltretutto ha proprietà disintossicanti ed è un depurativo del fegato, perfetto per un detox settembrino. Se poi ci aggiungiamo dei mirtilli freschi di stagione, le cui "miracolose proprietà" potete leggere nel post dedicatomagari raccolti durante qualche bella passeggiata in montagna di fine estate (io invece li raccolgo all'Esselunga a 1,68 euro, la vaschetta da 125 g: arrivano dal Trentino e sono ottimi davvero), ecco fatta la crema interna del dolce!
Per quanto riguarda invece la "crosta" esterna...
La sera precedente avevo cucinato il riso nero venere. L'ho cucinato nel vero senso della parola (ho usato i fornelli a gas) perché in questo modo il chicco resta più duro rispetto alla mia usuale versione con la "cottura a freddo" (la vedete qui) che lo rende invece più simile all'orzo.
Chiaramente utilizzo il metodo di cottura "save money, save the planet" (una metodo appreso dall'amica Franca) che consiste nel mettere a bollire l'acqua in una pentola e, una volta giunta ad ebollizione, spegnere la fiamma e lasciare cuocere il riso (o la pasta che sia) coperto, solo per qualche minuto in più rispetto al tempo di cottura indicato. Et voilà, pronto senza ulteriore 
dispendio di gas (un Estraneo mi aveva chiesto di spiegare meglio questo procedimento: "Eccoti accontentato! Ora però che lo sai la devi mettere in pratica!!" ;)).

Il riso nero Venere è molto versatile e si presta per realizzare addirittura un dentifricio (!!!). Io mi sono limitata al gelato che, devo dire, è stato un esperimento che mi ha dato parecchia soddisfazione. Sta di fatto che ho preso il riso cucinato la sera prima che si trovava in frigo, l'ho passato nel macina caffè e al composto risultante ho aggiunto il miele e una spolverata di cannella. Ed ecco fatto il rivestimento! 

Il risultato prima di tagliarlo a fette più o meno cubiche/regolari sembrava un "Rigoni fetta al latte" gigante :D.


La ricetta.
Ingredienti (dosi per 4/6 persone):

Esterno.
320 g riso nero Venere ("Gallo") precedentemente cotto e lasciato qualche ora in frigo
40 g di miele Millefiori ("RdA")
una spolverata di cannella in polvere bio ("Sonnentor")

Interno.
250 g ricotta ("Viviverde Coop") 
25 g di miele Millefiori ("RdA")
125 g mirtilli neri del Trentino (non ho più la confezione per cui non so dirvi la marca - comunque si comprano all'Esselunga)






Procedimento.
Passate il riso ancora freddo di frigo nel macina caffè e lavoratelo a mano aggiungendo il miele e la cannella. Disponete il composto sul fondo di un contenitore in modo da formare una base dell'altezza che volete e che dovrete dividere per ottenere le due parti (base inferiore e superiore).

Lavorate la ricotta con il miele e alla fine aggiungete i mirtilli. Posizionate la crema tra i due "strati di Venere" avendo cura di non mangiarla tutta prima: l'altezza del dolce infatti sarà direttamente proporzionale alla vostra golosaggine :). Aiutatevi con un coltello per livellare l'esubero che, solo in questo caso, potrete mangiare.

Terminata l'operazione mettete in frigorifero e conservate per i vostri ospiti.

Nota.
Ideale è servire il dolce dopo averlo lasciato nel freezer per un'oretta per rendere più compatta la cremosità interna. Ricordate però che non è bene fare frigo-freezer-frigo e di nuovo freezer per cui una volta passata per il freezer poi dovrà esclusivamente passare per il frigo e poi per la bocca (!).

Ora sì che siamo pronti per leccarci i baffi!
In realtà io me li sono leccata sabato insieme a Monica, la mia ospite a cena. Ora però devo pensare al nome per poter pubblicare la ricetta sul sito del contest della Rigoni...
Suggerimenti?

1 commento:

  1. Ho per caso trovato il tuo bellissimo blog!! abbiamo tante passioni in comune. Prima fra tutte quella per l'eco bio soprattutto in materia di cosmesi. E' bello scambiarsi idee. sono reduce da alcuni acquistini in erboristeria che mi danno moltissima soddisfazione ad esempio un bel barattolone di Burro di Caritè della Oti a solo 7 euro (mezzo kg), complimenti e baci

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