Finalmente è arrivata la pioggia.
Abbraccio di crudo in fichi abbraccianti quartirolo lombardo, sotto una pioggia di aceto balsamico (in applausi di rucola).
Capirai, il termometro in casa segna ancora 27,1°. Però anche un grado a volte può far la differenza (come anche le finestre aperte).
Però però, se questo vi può far pensare che accenderò il forno la riposta è NO.
Infatti su Milano da ieri sera si abbattono fulmini e saette e non me la sento di rischiare di dover interrompere la lievitazione: infatti sono più che certa che se accendo il forno salterà la corrente. Non perché sia il forno a farla saltare ma perché queste situazioni meteorologiche sono ad alto rischio (soprattutto se sei a casa sola e non sai dove sono le chiavi della cantina!).
(inizio divagazione)
Pensavo (non devi!), ma come funziona secondo voi...
Esco di casa senza ombrello in un giorno a rischio pioggia. Al 99% pioverà.
Se però lo metto in borsa solo al 60% pioverà (e il restante 40% è lo spazio inutilmente occupato dall'ombrello nella borsa).
Ma se questa cosa la rapportiamo a tutte le persone, cosa succede?
Nuovolette personali alla fantozzi?
Credo ci sia della letteratura a riguardo, ci darò un occhio.
(fine divagazione)
Ma veniamo alla ricetta di oggi.
Di base la domenica è la giornata delle ricette ufficiali. Ufficiose si sperimentano tutta la settimana e poi la domenica, nella tranquillità che solo lei (anche solo per il nome) ti riesce a dare, le ufficializzi. Ho infatti deciso di aggiungere l'etichetta "ricette della domenica" (che quasi sicuramente verrà rimossa perché inizierò a farle di sabato o lunedì ma finché dura la teniamo).
Voglio raccontarvi di una ricetta che si è manifestata con la sua potenza qualche giorno addietro. Infatti è stata approvata non solo dal marito ma anche da Fabiana e da un'altra amica mia di infanzia (purtroppo il suo parere non vale, non avrebbe mai potuto dirmi che "non era il suo genere").
Comunque, quando succede che il marito te la chiede 3 volte di seguito allora inizio a pensare che abbia qualche qualità.
La bresaola salvatrice.
Quando sono in carenza di idee per la cena (dato che ad oggi quasi tutto va ad alimentare il blog) allora la bresaolina con del formaggio fresco, servita su un letto di rucola e con un pomodorino pachino sopra (di decorazione, ma comunque lavato), fa sempre la sua porca figura e mi arriva in soccorso.
Se poi ti ricordi anche di riempire la tua ex, la caraffa filtrante ora senza filtro, con dell'acqua fresca dell'acquedotto cittadino (questa operazione va fatta almeno 1 ora prima se no si accorge che non è fresca), allora stai certa che riceverai applausi a fine cena.
Neuroni assenti chiamano bresaola.
Dicevamo, quando non si hanno tempo e neuroni liberi un etto abbondante di bresaola, che puoi condire con dell'extravergine di oliva e decorare con delle scaglie di parmigiano, è l'ideale. Peccato in quell'occasione non avessi né la rucola né le scaglie di parmigiano.
Però avevo preso il quartirolo lombardo fresco DOP.
Variazioni.
Mentre effettuavo la mia variazione disponendo il quartirolo sopra la bresaola (ancora l'olio non era stato messo) come un fulmine ecco che arriva l'illuminazione: perché non fare a mo' di involtino facendolo scaldare in padella con una spruzzatina di limone sul finale?
Proviamolo, quantomeno se non ne beneficerà lo stomaco almeno lo farà l'occhio (che stufida vedere sempre le stesse cose presentate allo stesso modo... "Che stufida" lo diceva la zia della mia amica di Barlassina quando in montagna da bambine scassavamo i maroni).
Immagine provvisoria che ricorda i colori del piatto (da sostituire appena le condizioni di luce me lo consentiranno) |
Ecco la versione 1 della ricetta (the original).
Abbraccio di bresaola in quartirolo lombardo (sotto una pioggia di limone).
Versione 2 (variante).
La volta successiva è stata applicata la variante con prosciutto crudo di Parma.
Così è diventata: abbraccio di crudo in quartirolo lombardo sotto una pioggia di limone (e pure di semi, grandine).
Entrambe approvatissime senza troppe chiacchiere (del resto quando si mangia e si sta zitti).
E allora, dato che il giorno dopo avevo Fabiana a pranzo perché non replicare con una piccola variazione?
Il giorno prima avevo coniato lo smoothie. E sull'onda dell'entusiasmo alle prugne avevo deciso che avrei aggiunto proprio una prugna all'involtino.
Ma entrata alla Coop mi sono trovata una distesa di fichi maturi. Potevo non prenderli?
No ovviamente.
Così ecco la variazione 3 (la matrioska)
Abbraccio di fichi in quartirolo, abbracciati da crudo (sotto una pioggia di aceto balsamico, in applausi di rucola).
Ho infatti aggiunto fichi e rucola e sostituito il limone con dell'aceto balsamico.
Riproposta la sera al marito, questa variazione ha ricevuto l'applauso più lungo della storia (ovviamente non di rucola anche se dal frigo alla padella ho lasciato tracce ovunque come Pollicino).
Dato che il giorno successivo avevo un'altra persona a pranzo (capitano le settimane piene) allora perché non fare la stessa cosa?
Così è stato, uguale uguale (e pure l'aperitivo di benvenuto al peperone, e questa mia amica non digerisce i peperoni ma io non lo sapevo ancora).
E cosa credete, che ieri sera non me l'abbia richiesta ancora il marito?
A parte la noia che sta portando con sé questa ricetta ormai vecchia vi do altre 2 brutte notizie.
Il crudo per le fanciulle è a rischio ritenzione idrica come tutte le cose salate. E infatti non credete che ne abbia mangiato chissà quanto, giusto l'assaggio del cuoco.
A parte l'aceto balsamico che è SìNaturalmente (e anche il pomodorino di decorazione è bio), gli altri ingredienti non sono bio.
Però ho anche due bellissime notizie.
Il prosciutto di Parma alla Coop in questi giorni era in offerta a meno di 2 euro l'etto.
Questa ricetta si prepara in 10 minuti in totale, velocissima!
Avete capito come si fa?
Prendete il prosciutto, stendetelo sul piatto (senza fargli male), riempitelo con mezzo fico e del quartirolo (quantità a vostro piacere) e aggiungete qualche fogliolina di rucola.
Riavvolgete la fetta ripiena (come si fa con il rotolo di carta quando parte per la tangente) così da chiuderla e farne un involtino. Mettetelo sulla padella senza aggiungere nulla e vedrete che con la cottura magicamente si sigillerà e diverrà più simile ad un "raviolone". Fate cuocere qualche minuto da entrambi i lati e intervenite con un po' di aceto balsamico. Se volete potete anche rallegrare la pentola spargendo un po' di rucola sopra.
Con questo post si chiude definitivamente la mia esperienza con certi abbracci. Altri speriamo di poterli ancora ricevere ed apprezzare. Allora meglio dirigersi verso i fornelli...
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