giovedì 15 settembre 2011

Che pizza!

(Il post verrà messo anche sotto l'etichetta "revival anni '80" considerato che questa esclamazione non la sentivo pronunciare dai tempi delle elementari).

Questa sera per cena mozzarella di bufala (DOP), pomodorini pachino (bio), un filo d'olio extra vergine (bio anche lui) e dei crackers. Per bontà divina anche del crudo di Parma.

Lo sciopero.
La mogliettina che di solito si diletta in preparazioni tra il creativo e il delirante (che a volte vengono anche approvate), questa sera si è infastidita per la mancata comunicazione dell'orario di arrivo per la cena. Così è stato indetto lo sciopero del cuoco.


L'orario.
E' fondamentale per me sapere per quando è prevista la rottura delle uova nel paniere. Infatti qui nel mio appartamento comando io: vigono le mie regole, i miei tempi, le mie tabelle di marcia (anche le stagioni sono differenti). In pratica  "i cavolacci miei" che subiscono un improvviso crollo nel giro di mezz'ora dalla telefonata: "Sto partendo ora".

Non è un problema di stomaco vuoto (per la nausea c'è sempre Rapunzel), basta sapere l'orario d'arrivo. 
Infatti vorrei poter proseguire indisturbata le mie attività che includono scatti ravvicinati di prodotti vari ed eventuali, balli da topi quando il gatto non c'è, passaggi con finte pile di biancheria finto-stirata (nel mio appartamento non si stira) giusto per ingannare me e i vicini (dalla finestra, la sera con le luci accese, si vede dentro). Così penseranno che mi occupi della casa... e lasciamoli pensare.
E sia mai che ci sia la lavatrice in funzione quando si sta cenando: un doppiaggio alla centrifuga non sarebbe affatto gradito.

Il tempo.
Ragion per cui "sarebbe invece decisamente gradito un orario di arrivo per organizzare il piano di rientro" (e anche un' eventuale entrata in scena di Dexter per la rimozione di tracce di esperimenti più o meno riusciti).

E quando ti dice che sta per partire sai che in 35 minuti sarà a casa. 
Questa sera ho avuto 34 minuti extra: infatti in un minuto ho apparecchiato la tavola e tolto dal frigo i tasselli per comporre la cena.

Quando però il frigo è vuoto.
Ci facciamo una pizza? Dai sì, ci sto (gli fai credere che la prenderai anche tu, poi all'ultimo preferisci ripiegare sulle tue ricette sperimentali). Almeno però il gatto è a posto.
E allora vai a prendere il dolce forno Harbert.

Dolce Forno Harbert: Harbert, giochi per giocare...
Autore: lafra
(non riesco a girare la scatola perché è incastrata tra due scatoloni pesanti)

E si va sul sicuro. La tradizione. L'italianità (mi sa che non è proprio italiano). 
Tutte cose che dopo una lunga giornata di lavoro sono molto più gradite di un "aperitivo di ben tornato" a base di peperone, rucola e banana.

Così scendi ma non in cantina. Nessun dolce forno. Un altro forno elettrico ti aspetta.
Sotto casa trovi una pizzeria che fa la pizza al trancio.

Ha aperto a giugno questa piccola pizzeria d'asporto. Siamo stati tra i primi clienti il primo giorno di apertura. A dire la verità solo lui, perché si schiattava di caldo.

Il digiuno.
Col caldo per me già è impensabile mangiare, figuriamoci la pizza. Per giunta quella alta al trancio quando a me piace invece quella sottilissima tipo pane carasau, e possibilmente senza lievito. 
Ho anche pensato: "Come stanno questi che aprono una pizzeria in questo periodo?!". 
Ma chi si poteva immaginare il caldo di quest'anno? Suppongo nemmeno loro.

Allora gli chiedo: "Com'è? Non è biologica, vero?"
"No. Buonissima" (da invertire).


Non fidarsi è meglio.
Mah, non mi posso fidare di un "buonissima" detto da uno che mi garantisce che un vestito non è trasparente quando poi la mia amica Fabiana mi indovina il colore e il modello della mutanda che indosso (storia recente di oggi).


Niente calcio.
Comunque la cosa interessante è che quella sera a tavola non si è parlato di calcio. 
Mi ha raccontato che gli ingredienti che utilizzano quelli della pizzeria sono ingredienti diversi, non la solita roba impiegata per risparmiare a discapito della qualità. No no, solo pomodoro e mozzarella della migliore qualità, 100% italiani... (sì ok, non sono biologici e il resto non mi interessa).

Ma dico, è impazzito?
No, semplicemente è stato a parlare con i ragazzi nell'attesa della teglia fumante.

"Ma la pasta, non è integrale vero?" (chiedo).

"No, però non è una pasta qualunque, anche al pasta... (bla bla bla)".

Quando poi mi ha detto che i proprietari erano un ragazzo ed una ragazza giovani allora ho iniziato ad ascoltare più interessata. 


Questa gioventù va premiata. E allora proviamola questa pizza!
Così in un giorno meno caldo ho ceduto. Come ben sapete, quando una cosa mi piace non ho mezze misure. Non mi sono limitata ad un "buona" ma mi sono sbizzarrita. 
Se il primo boccone era  "mmm" e il secondo "mmmmmmmmm" il terzo boccone era " mmmmmmmmmmmmmmmm" (con gli occhi chiusi, rivolti al cielo).

Il dato importante.
Una volta che il piatto resta vuoto (comunque vi suggerisco la porzione abbondante), a parte il dispiacere, non ci si sente per nulla appesantiti, anzi, quasi più leggeri di prima.
Niente mal di pancia da lievito. Credo che sia merito dell' impasto e della mozzarella.
Di qualità.
Promossa a pieni voti!


Salvi.
Così probabilmente le prossime sere ci salverà dal digiuno.
La accoglieremo a bocca aperta nelle domeniche d'autunno che verranno: solitamente la domenica è la serata pizza (questo fino a quando non diventa il giovedì, poi il sabato, poi il martedì... in pratica quando ti gira o quando il frigo è vuoto).

Solitamente scende lui a prenderla e io (tra una lavata di piatti e una di testa) predispongo la tavola.

Due domeniche fa invece... 
Mi sono offerta di andarci io.
Ho visto che su una lavagnetta c'era scritto quello che già sapevo circa gli ingredienti selezionati e la qualità 100% italiana.
Nota post post (aggiunta il 17 settembre - ci sono passata ieri sera a prenderne un trancio): la farina è macinata a pietra e la lievitazione è lenta (ecco forse perché la pancia non ne risente).

E c'erano anche i nomi dei due ragazzi: Harold mi pare si chiami lui, e lei... cavolo, non mi ricordo proprio.
Nota post post (aggiunta il 17 settembre): si chiamano Harold, Elisa e Salvo (e non credo sia lo stesso Salvo del primo Grande Fratello).

Ho preso il bigliettino da visita pensando che lì avrei trovato tutto (anche magari il sito). Macchè, solo le informazioni sugli orari di apertura, l'indirizzo e il numero di telefono.

"La Contea" Pizza al trancio, Via G. Govone 31. Da martedì a sabato dalle 12 alle 15, dalle 18:30 alle 22 (domenica dalle 18:30 alle 22). - NOOOO, HA CAMBIATO GESTIONE, NON VALE PIU' QUESTO POST!!!!

Come il gelato artigianale della gelateria Sempione, quando gli ingredienti sono di qualità li senti.

E se dovessero dirmi che questa pizza è biologica potrei anche crederci.

Il detto che vale.
Caviale con i tuoi, pasta con chi vuoi (e il biologico a casa tua).
E per una buona pizza al trancio, infila le ciabatte e scendi (ganzo).

8 commenti:

  1. A me la mozzarella fa venire il mal di pancia, purtroppo. Se mangio la pizza, invece, il mal di pancia viene a lei (alla pizza, intendo) :)

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  2. In effetti è un rischio che voglio correre (del mal di pancia alla pizza intendo :))

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  3. Ciao! Dalle mie parti c'è un forno che produce prodotti tipici del luogo e quando ho voglia di pizza, e siamo a casa senza voglia di uscire, chiamo e ordino due basi pizza sottili.
    In verità si possono ordinare con un impasto a piacere: integrale, ai cereali, biologico, all'orzo, con o senza lievito... davvero, come le vuoi.
    In 15 minuti sono pronte (e le preparano al momento... niente cose congelate o simil), la mia dolce metà va a ritirarle ancora bollenti, si, perchè loro fanno una precottura e me le porta a casa!
    Intanto io, in attesa che arrivano, preparo salsa di pomodoro con basilico, olio, aglio e origano, mozzarella tritata e verdure fresche per una bella pizza alle verdure.
    Tutti gli ingredienti sopracitati provengono dalle campagne di mio suocero, compresa la salsa di pomodoro fatta in casa e le mozzarelle che a volte mi diverto ad annodare anche io :)
    10 minuti in forno ed è pronta! Buonissima, sottile e croccante!
    Ultima cosa: ogni base pizza costa 80 centesimi... incredibile, eh!

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  4. La tua descrizione così appassionata della pizza me ne ha quasi fatto sentire il sapore e ovviamente mi ha fatto venire una voglia matta di mangiarne almeno 2 tranci...
    La mia preferita è la pizzeria del sole in zona corvetto (zona mia)...in assoluto la migliore di Milano.
    Ora però ricordo di essere a dieta...una cosa decisamente "poco colorata"...eeeeh povero Mad....

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  5. Io di Sole conosco il detersivo per bucato (che come saprai se mi leggi, è quello che utilizzo abitualmente e che verrà a breve sostituito dal bicarbonato per i miei lavaggi in lavatrice - questa cosa resta ancora da valutare).
    Bene, allora ti lascio con l'acquolina (certo non la linea di prodotti per il corpo che non potrei mai consigliare a nessuno!!!) al tuo grigio mondo...
    :)

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  6. Anche io adoro quella sottilissima che più di così non si può... altrimenti altro che non digerire certe gomme...

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  7. Che la fa sottilissima e senza lievito dalle nostre parti c'è anche la pizzeria del cinema Multisala "Le Giraffe" (solitamente ci facciamo pizza e poi film).
    Ora però mi sta venendo voglia di quella al trancio... sto per scendere!!

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  8. @Ayame: ogni tanto anch'io faccio casino e mi perdo nel rispondere...
    Ma che romanticheria questa preparazione a due!!
    Una pizza così qui ancora non l'ho sentita ma probabile ci sia e solo io non sappia ancora della sua esistenza (se qualcuno che legge è in grado di illuminarmi allora per favore lo faccia, gliene sarei grata).
    E poi avere la possibilità di utilizzare i prodotti delle campagne è davvero un privilegio. Io purtroppo mi devo accontentare dei prodotti del supermercato: alla meglio sono bio e alla peggio non lo sono affatto (nel senso che ancora non ho capito fino a che punto mi posso fidare!!).

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