Questa notte per il caldo ho dovuto dormire con le finestre aperte, rischiando di dividere il letto (che comunque è matrimoniale) con scorpioni e altre varietà di animali notturni (non mi riferisco al marito, lui è rimasto in città).
Ieri pomeriggio a Sondrio c'erano 34° (ebbene sì, un pochino di shopping me lo sono concessa anche qui :)).
Mentre scrivo mi trovo in una zona abbastanza fresca della casa (lontano dai vapori del ferro da stiro di mamma). E a proposito di vapori...
Vi voglio parlare dell' ennesimo prodotto di Fitocose che però non ho mai nominato (il perché ve lo spiego tra un attimo).
Si tratta del Vino doccia alla Malvasia dei Colli piacentini che, come è giusto che sia trattandosi di un vino bianco, è rimasto parecchi giorni in frigorifero (e beato lui, è proprio il caso di dirlo!).
Infatti al primo caldo (erano i primi giorni di luglio e ancora ragionavo con lucidità) ho pensato che probabilmente si sarebbe conservato meglio in frigorifero (piuttosto che nell'umido del bagno turco che è il mio box doccia). Così ho mandato l'ennesima mail a quelli di Fitocose (che immaginavo preoccupati dato che erano 3 giorni che non scrivevo loro) che mi hanno subito risposto affermativamente.
Bene, il prodotto stava in frigo e mi sono ricordata di lui solo al ritorno dalla Grecia, in fase di preparazione della valigia per la montagna. Mettiamoci poi gli effetti della Kriptonite verde, l'incontro con le "barbe di pannocchia" (o "barbe di meliga" che dir si voglia) e con i funghi travestiti da muffin, i trattamenti per i piedi... alla fine mi è passato di mente.
Bene, il prodotto stava in frigo e mi sono ricordata di lui solo al ritorno dalla Grecia, in fase di preparazione della valigia per la montagna. Mettiamoci poi gli effetti della Kriptonite verde, l'incontro con le "barbe di pannocchia" (o "barbe di meliga" che dir si voglia) e con i funghi travestiti da muffin, i trattamenti per i piedi... alla fine mi è passato di mente.
Ma eccolo qui (mentre lo fotografavo sul balcone, sole alle spalle, ho rischiato un'ustione!)
Guardate però che sorpresa ci ha riservato l'INCI (e neanche più di tanto sorpresa dato che si poteva immaginare).
Aqua - Aloe barbadensis gel* - Lauryl glucoside - Vitis vinifera extract*- Sodium lauroyl glutamate - Disodium Cocoplyglucoside tartrate - Decyl glucoside - Alchool - Glyceryl oleate - Potassium sorbate - Citric acid - Profumo.
*da agricoltura biologica
Come potete vedere c'è dell'acool (qui è scritto alchool). E sapete di che colore è il semaforo del biodizionario? Verde, solo un pallino ma comunque verde, quindi "accettabile" (dovete però scrivere "ALCOHOL" in questa terza variante per farlo uscire).
Immagino che questo sia l'acool (o se preferite alchool, o ancora alcohol) del Malvasia dei colli piacentini.
Ho cercato un po' in rete e come immaginavo, l'acool nei cosmetici non è proprio il massimo.
In particolare, se ne sconsiglia l'uso soprattutto per i capelli in quanto, essendo un denaturante delle proteine (quindi anche della cheratina), ne rovina la struttura (e infatti io per la testa ho solo il mio Lush, nessun altro).
Ora, non sappiamo la percentuale contenuta nel prodotto ma immagino sia davvero minima
(integrazione post post: non supera l' 1,5%, ho chiesto a quelli di Fitocose).
(integrazione post post: non supera l' 1,5%, ho chiesto a quelli di Fitocose).
Nell'attesa che il laboratorio di Fitocose riapra accontentiamoci di sapere che il Malvasia è un vino dal sapore intenso dolce e gradevole che va dai 12° ai 14° e che l'alcool a contatto con la pelle evapora... è proprio così, e questo dovrebbe farvi intuire perché in questi giorni di caldo stia utilizzando questo prodotto (in realtà il mio detergente al Tea Tree Oil è quasi terminato e quel poco che mi resta lo uso per lavarmi la faccia).
E allora andate a farvi subito una doccia (mentre sto per pubblicare mi trovo sul balcone al fresco).
Vi lascio nella speranza che i suoi fumi vi stordiscano a tal punto da non accorgervi che la temperatura, nel momento in cui starete leggendo questo post, supera i 40°C!
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