Si è chiuso ieri il Carnevale a Milano e in altri paesi della provincia di Como (come ad esempio Erba - ci sono passata ieri). E infatti venerdì, per l’occasione, ho pensato che un po' di chiacchiere sarebbero state gradite. Nulla di verbale, piuttosto qualcosa da mangiare e preferibilmente non fritto e anche senza zucchero (e chiaramente senza uova).
Perché senza uova.
Qual'è secondo voi il senso di usare le uova per preparare un dolce se non mettendole viene comunque buonissimo? Giusto per parlare di cose concrete e anche piuttosto fritte (e buone), vi ricordo le mie frittelle di domenica scorsa...
Capisco se state seguendo una dieta nella quale avete necessità di introdurre un tot di proteine o se avete voglia dell'uovo all'occhio di bue, strapazzato, in camicia, sodo, alla coque, o di una bella frittata d'avena Dukaniana, ma se non ne avete necessità perché allora metterci le uova? Ho notato che sono sempre in mezzo come il giovedì...
Ingredienti:
E se avessi anche usato l'olio di riso allora sarebbero state delle autentiche "risate" di Arlecchino (seppure demoniache), non vi pare?
Preparazione.
Si mischiano tutti gli ingredienti e si crea una frolla che ho lasciato in frigo a riposare per quasi un'oretta. L'ho poi stesa con un mattarello e tagliata all'Arlecchina.
Ho messo poi a cuocere in forno a 180° per 10-12 minuti (forno ventilato preriscaldato).
E se gli date una bella spruzzatina di zucchero a velo saranno ancora più dolci -di Carnevale!
Perché senza uova.
Qual'è secondo voi il senso di usare le uova per preparare un dolce se non mettendole viene comunque buonissimo? Giusto per parlare di cose concrete e anche piuttosto fritte (e buone), vi ricordo le mie frittelle di domenica scorsa...
Capisco se state seguendo una dieta nella quale avete necessità di introdurre un tot di proteine o se avete voglia dell'uovo all'occhio di bue, strapazzato, in camicia, sodo, alla coque, o di una bella frittata d'avena Dukaniana, ma se non ne avete necessità perché allora metterci le uova? Ho notato che sono sempre in mezzo come il giovedì...
Ritornando al Carnevale (e mentre scrivo mi è venuto in mente che a Carnevale le uova si usano da lanciare :)), o meglio, alla nostra ricetta, ecco a voi le mie chiacchiere di Arlecchino.
Chiacchiere perché il sapore è molto simile a quello delle chiacchiere (se non fosse che qui ci ho voluto aggiungere della cannella e che sono più simili a dei biscotti e sono anche un po’ più spesse sarebbero state proprio un'altra cosa chiacchiere).
Di Arlecchino per via della forma (avete presente i rombi, triangoli, poligoni del costume?).
200 g di farina di grano tenero biologica tipo "00"
25 g di farina di Kamut biologica
25 g di farina riso biologica
40/50 g di olio di girasole biologico spremuto a freddo
70 g di malto di riso biologico (ma anche 100 g vanno bene)
latte di riso biologico qb
cannella biologica in polvere qb
un pizzico di bicarbonato
Il retro del biscotto, più scuro e bruciato, evoca il ghigno nero del demonio... |
Preparazione.
Questi biscotti, che sono equiparabili per il sapore ai biscotti secchi, sono piaciuti moltissimo ieri a mamma e papà e questo prima di sapere che al posto dello zucchero ci avevo messo il malto di riso (che non provoca la "botta di calore" come avviene invece con lo zucchero che nel mio caso mi fa dare i numeri soprattutto nelle giornate calde fuori stagione come ieri - per chi fosse un po’ pratico di Ayurveda, io sono 100% “Pitta” e ho il fuoco dentro... il prossimo post sarà proprio dedicato a questo argomento) e che non avevano nemmeno le uova, così come quelle mie frittelle buonissime che se fossero state anche senza zucchero sarebbero state perfette. Ho anche rivelato loro della piccola percentuale di farina di kamut (mamma apprezza sempre queste composizioni) e della cannella. Un biscotto l'avevo anche fatto a forma di cestino (era un biscottone) e l'ho riempito con la marmellata Rigoni ai mirtilli neri che è senza zucchero aggiunto.
Inutile dire che ce li siamo pappati durante il viaggio in auto, prima della nostra passeggiata, insieme ad altre specialità all'uvetta che però ho pensato bene di non fotografare (!).
E prima di loro, il marito li aveva trovati assolutamente (per me inaspettatamente) adatti al suo tè della colazione. Sono anche questi "Husband Approved".
E comunque, salvo questa parentesi carnascialesca, che i dolci siano fritti o al forno in ogni caso non si scappa dall’acrilammide per cui, meglio sempre un dolce crudista anche se per la pizza, quella marinara della domenica (questa volta totalmente senza aglio per non rischiare di dover dormire sul terrazzo considerate le raffiche di vento), tra pochi minuti farò certamente un’eccezione...
;)
;)
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