domenica 30 ottobre 2011

La zucca illuminata

Continuano le coincidenze e i collegamenti.
Mercoledì Miss Raw (e ora mentre lo scrivo mi suona come Miss Marple dei romanzi di Agatha Christie) scrive in un post del suo rapporto con lo zucchero

Io e zucchero.
E se avete letto un po' il mio blog dovreste aver compreso del mio rapporto problematico con questo ingrediente.

Precisiamo subito che la dieta intesa volgarmente (ed erroneamente) come dimagrimentocontrollo del peso qui non c'entra nulla.

Intolleranze.
Qui si tratta di una intolleranza mentale (e di palato) verso questa sostanza che reputo assolutamente inutile aggiunta ad una serie di cose che si presentano già perfette così come mamma natura (più o meno) le ha fatte.

Il caffè ad esempio lo bevo amaro ormai da anni  (se per Halloween dovessero farmi lo scherzetto di metterci lo zucchero si ritroverebbero tutti con una bella faccia mascherata - e qui alghe ed argilla non c'entrano).

Non vi dico che fatica prima di trovare in commercio, in "luoghi da comune mortale" (supermercati) una marmellata "al naturale" dato che quelle "senza zucchero" sono sempre con agginta di aspartame che inesorabilmente va a modificarne la percezione al mio palato e la distorce in modo irreversibile (e se ci sono due cose che detesto queste sono proprio il glutammato e l'aspartame).
Comunque per le marmellate ho risolto con quelle Rigoni che oltretutto sono anche biologiche certificate e si trovano più o meno facilmente (l'ultima volta la Nocciolata all'Esselunga era nascosta tra i barattoloni della Nutella...) all'Esselunga e alla Coop.  

(divagazione ai frutti rossi)
Quella ai frutti rossi l'aggiungo la mattina al bio-latte vegetale e ai cereali integrali biologici per dolcificare in modo fruttoso e colorato.
(fine divagazione)

I miei frullati con banana, cacao e latte di soia sono deliziosi così al naturale e lo zucchero sarebbe assolutamente di troppo (la banana è già dolce, perché rovinare sempre tutto???).

Qualche problemino è vero l'ho avuto con i dolci da forno che risultano sempre un po' poco dolci (a volte utilizzo lo sciroppo d'agave per dolcificare o anche il miele ma probabilmente non nelle giuste dosi non sono pienamente soddisfatta).  
Per fortuna le esperienze ci arricchiscono sempre e da ogni cosa si impara - e nasce cosa (ho infatti poi utilizzato lo stesso impasto delle foglioline autunnali come detergente/scrub fresco per viso e corpo).

Le foglie della percezione.
E' come se addentando un biscotto riuscissi ad individuare esattamente i granelli di zucchero e a sentirne il sapore in tutta la sua dolcezza (per me nauseabonda), distinto da tutti gli altri ingredienti (e qui le uniche foglie con le quali posso essere venuta in contatto sono le foglie verdi d'autunno di tè verde che come sapete consumo in quantitativi industriali).

Fatta questa lunga premessa...

Il crudo è servito.
Venerdì alle 18 presso la Biblioteca del Parco Sempione (che ho scoperto essere un luogo molto luminoso non solo per via della vetrata che caratterizza questo edificio immerso nel parco, permettendo così di godere dei colori del parco tutt'intorno), ho assistito con la mia cognatina alla presentazione del libro "Il crudo è servito".
Questo libro di Lucia Giovannini e Giuseppe Cocca era presentato da Laura Cuccato e Susanna Eduini che di questo libro hanno curato la parte dedicata alle ricette.

E' stata Franca a suggerirmi l'appuntamento ma lei purtroppo aveva un altro impegno e si è persa questa meraviglia.

Crudo.
Ovviamente il crudo non è il prosciutto. Anche l'idea di una "carotuccia cruda al pinzimonio" ci porterebbe fuori strada facendoci vedere in modo miope e solo parziale questo stile di vita. 
Il crudismo è un tipo di alimentazione basato sul consumo di frutta, verdura, noci, semi, germogli coltivati in maniera biologica o eco-sostenibile.

Eco-bio a 40° C.
Nel crudismo nessun alimento viene cotto oltre i 40° - 42° C.
Oltre questa temperatura infatti gli enzimi, le vitamine, l'ossigeno, i minerali e tutte le
sostanze nutritive naturalmente contenute nei cibi crudi verrebbero disperse.

Il cibo vivo.
Introducendo cibo vivo, detto anche "Raw Food" o "Living Food", ogni boccone è pieno di sostanze nutritive e non ci sono calorie vuote (e il nostro corpo questo lo sente ragion per cui in questo modo ci sazieremmo prima).
Miss Raw è invece la mia amica di blog ma di relazioni col crudismo al momento credo non ne abbia.

Il non cibo.
Non resisto. Come non tirare in ballo l'olio di vaselina che Dukan suggerisce di utilizzare per condire l'insalata dato che, non essendo metabolizzato dal corpo (certo, è un derivato del petrolio!!) contiene zero calorie.
Per approfondire l'argomento e farvi due risate potete leggere il mio post sul perché per me la dieta Dukan è no.

Il cibo morto.
Sui cadaveri in putrefazione potete leggere il mio post sull'uomo che non è carnivoro.

Oppiacei.
Forse vi farà piacere sapere che il carboidrato provoca assuefazione: pane e pasta contengono peptidi che sono oppiacei.
Sull'assuefazione da carboidrato avevo sperimentato gli effetti devastanti nei giorni successivi alla "Dieta Zona" in cui anche un pezzo di pane mi riusciva a stendere come 3 Mojito (e mi dovete credere).

Energia vitale.
Il cibo manipolato non ha più energia vitale per questo occorrerebbe mangiare prodotti locali, di stagione, biologici e chilometro zero (oramai ci sono tantissime aziende che offrono la cosegna a domicilio di frutta e verdura di stagione biologica a prezzi ragionevoli).

Sembra tutto così tanto complicato ma pensate che fino a poco tempo fa era tutto già così: semplice.
E noi ovviamente siamo bravissimi a complicare tutto (e io in generale anche di più). 

Ma proviamo ad illuminarci la zucca.


Questa zucca retroilluminata era quella che avevo scartato
per il post delle maschere di Halloween (la foto).
Oggi mi è tornata utile.


Le tossine.
Mangiando cibo vivo e naturale senza sostanze chimiche, il corpo ha meno tossine da digerire e da eliminare e così può funzionare in modo più efficiente.
Semplice, vero? Mi pare soprattutto ovvio.

L' eccellenza.
Sulla relazione tra cibo e mente e sull'importanza che una corretta alimentazione può avere per garantirci successi anche in ambito professionale già vi avevo parlato a proposito di Anthony Robbins.
Chi volesse saperne di più può leggere il post sulla mia giornata a luci rosse (di Robbins parlo alla fine del post). 
Robbins parlava dell'importanza dell'acqua (e quindi della frutta e della verdura) nonché del respiro per raggiungere l'eccellenza.
Vedo dalla copertina del libro che anche lui oggi segue questo stile di vita.

6-7 chili in un anno.
Non mi riferisco ai chili che si possono perdere con la dieta (probabile possano essere anche di più). Mi riferisco invece alle quantità di additivi chimici che vengono introdotti nel nostro organismo con l'assunzione della maggior parte del cibo che si trova sul mercato e che consumiamo abitualmente. Questo dato è riportato già a pagina 15 del libro "Il crudo è servito".

I like "senza".
Sulla mia passione per "i senza" ormai dovreste avere capito come funziona.
I miei esperimenti sono sempre senza qualcosa: senza burro, senza uova, senza lievito, a volte senza farina.
Per capire meglio questo aspetto potete leggere il mio profilo di veg-chef su Veganblog.

I like Vegan.
Da qualche tempo il latte che bevo la mattina a colazione con i cereali (o che utilizzo per i frullati e per le mie dolci preparazioni) è vegetale: solitamente di avena o di soia ma ieri ad esempio son stata da NaturaSì qui dietro casa e ho acquistato quello al malto d'orzo (più una serie di altre cose che vi racconterò in un'altra occasione).

Alla mozzarella sulla pizza (e la spolverata di parmigiano) per il momento non ci voglio rinunciare. L'uovo ogni tanto lo mangio sotto forma di crepe di avena più o meno alla Dukan (ma molto prima che il libro di questa dieta arrivasse ad occupare la mia libreria - e le prime posizioni delle classifiche sui libri più venduti).

Il pesce arriva un po' per esclusione delle altre cose (altrimenti non saprei più cosa mangiare). Soprattutto quando si va fuori a cena: fatta eccezione per il giapponese, tutti gli altri posti per me sono una tortura: si manga quasi sempre male e solo salumi, formaggi più o meno stagionati (il famoso "antipastino della casa" che mi crea intolleranza solo a sentirlo nominato!)  carne cucinata in mille modi e primi stra-stra-conditi che mi costringono alla sola scelta possibile: la pizza (no grazie alle insalatone di pesticidi).

Milano vegano.
Uno si aspetta che a Milano le persone siano aperte a queste "stranezze New Age" e che ci siano parecchie scelte.
Cavolate. Sì, qualche ottimo posto c'è ma non ci puoi andare una sera qualunque con degli amici qualunque per una serata qualunque... ecco perché.

A occhi chiusi.
Come dice Lucia Giovannini nel libro, "molte persone alla parola frutta e verdura collegano il concetto di dieta. Alla parola dieta collegano concetti come privazione sacrificio".
E io aggiungo che alla parola "ignoranti" poi si arrabbiano!
Capito?

Ci siamo creati i nostri schemi in anni ed anni ma possiamo comunque modificarli perchè siamo noi a produrre il piacere, non il cibo. Basta volerlo.
Apriamo gli occhi e soprattutto la zucca, usiamola anche per pensare.

A proposito di occhi chiusi. Lo sapete che una cattiva digestione vi può far addormentare alla scrivania? 
Vorrei proprio chiederlo a qualcuno che sta seguendo la Dukan... Certo dovrei essere così fortunata da trovarlo alla scrivania dato che molto probabile sarà o in bagno a fare "plin plin", nella migliore delle ipotesi, oppure starà mangiando dato che si può mangiare in continuazione. O ancora, se al suo terzo giorno, sarà sotto "euphoria".

Cibo e spirito.
Pare "man mano ci si evolva spiritualmente si perda anche il desiderio di mangiare carne".
Che mi stia dunque evolvendo con il blog? Se così fosse vi inviterei a seguirmi: male non vi farebbe anche perché come vedete sono molto arancione in questo periodo.

Se non fosse che il tempo manca e le nozioni di cucina vegana pure mi sarei convertita a questo stile di vita già da parecchio tempo. 
Vi ricordo che il mio posto preferito per pranzare è il Mudra (e anche i suoi dolci mi piacciono molto perché non sono dolci).
Così, un giorno ho deciso di fare lo "zenzerotto nipponico" e sono entrata a far parte dei veg-chef di vegan blog.

Nota in arancione.
Potreste per Halloween fare una variante alla zucca sostituendo la zucca alle carote (ovvio, non è crudista ma calma: un passettino alla volta, ci stiamo evolvendo).

Anche la cottura al forno non è crudista e nemmeno il latte di soia lo è avendo subito il processo di pastorizzazione. Né tantomeno le farine. Ma il senso è che si posso fare dei super dolci (e perché "super" lo vedremo meglio nei prosimi post) con pochi "super ingredienti", insoliti e intelligenti (e ovviamente c'è anche la marmellata crudista).

Cibo ed emozioni.
Sin dall'infanzia siamo stati abituati ad usare il cibo in maniera emozionale.
Spesso si mangia per reprimere delle emozioni, mangiamo certi cibi quando siamo in un determinato stato d'animo.

Per fortuna da me le merende erano solo a base di frutta (macedonie e frullati) e a pranzo e cena verdura (cruda, cotta, in tutti i modi).
Certo non erano biologici ma ancora ci si fidava di tutto quello che veniva venduto come cibo (dunque commestibile).
Io alle medie ricordo che mentre tutti mangiavano merendine e patatine io mi sgranocchiavo la mia mela verde.

Detox.
Questa è una parola che agli americani piace da morire (e a me pure).
Man mano eliminiamo "cibo spazzatura" entriamo nel processo di detossificazione che porterà a galla non solo bagarozzi ma anche emozioni represse.
Per le impurità di viso e corpo suggerisco di utilizzare il detergente al Tea Tree Oil (e attendere con pazienza che finisca questa fase). 

Per le emozioni represse: iniziate magari domani a mangiare frutta e verdura cruda. Probabile che per domani sera sarete qualcun altro (e magari potreste addirittura piacervi o farvi paura).
Anche lo yogurt per vostra informazione è considerato crudo (non vegano ma crudo sì).

Crudo e mangiato.
Ovviamente il libro l'ho acquistato e me lo sono mangiata (mi manca poco al dessert).
Vi suggerisco di leggerlo perché sono certa ognuno di voi potrà trarre anche solo un piccolo beneficio da questa lettura (non solo ricette buone e vitali ma anche consigli per riprogrammarvi).

Avrei voluto parlarvi di tante altre cose ma ve le racconterò un po' per volta nei prossimi post.

Per l'ambiente.
Oltretutto il 20 % della somma verrà devoluto per progetti per salvare gli animali dal macello.
Vi dico anche che la casa editrice del libro "MY Life", utilizza carta reciclata fabbricata con meno del 10% di pasta di legno, completamente priva di ogni elemento di tossicità e riciclabile al 100%.

E le foreste sono continuamente rinnovate: per ogni albero abbattuto uno nuovo ne viene piantato.
Vi ricordo che anche il mio blog è ad impatto zero e ne sono felice.

In bicicletta.
Avete ancora qualche ora di tempo per compilare il questionario FIAB  "Raccontaci come usi la bici". Io l'ho già fatto (avrei dovuto ricordarvelo prima lo so...). 
E' facile, veloce e soprattutto importante (se avete letto fino a qui 3 minuti li avrete ancora).

Rallentamenti.
Sapendo che la carta non era tossica ho fatto il cane da tartufo tra le pagine per cui il ritmo di lettura non è stato lo stesso che con l'iPad (ho infatti deciso che per sprecare meno carta qualche libro me lo leggo anche da qui :)).

La mucca viola (ruggisce).
E io l'unica mucca che vi consiglio di sbranarvi è quella del libro di Seth Godin.
Non c'entra con l'alimentazione ma considerato che è stato per me un libro illuminante ve lo voglio consigliare (e anche quello successivo).

Io come sapete son pecora nera ma per domani sera potrei anche adottare un travestimento!

giovedì 27 ottobre 2011

Cacofonia in arancione

L'amica di blog Ayame oggi ha postato un altro post interessante sulla pscicologia del colore arancione.

Io scriverò i miei commenti in viola (Ayame mi ricorda che il viola rappresenta la magia, l'incanto e il sogno).

Premessa.
La mia casa è piena di cose arancioni: i cuscini del divano sono arancioni, la mia coperta "svervegese" è arancione, le mie tovagliette in bambù sono arancioni, i 4 sgabelli di design sono arancioni, gli accessori per la cucina sono arancioni, le mie tele vuote appese alle pareti sono arancioni (una, l'altra viola), le carote dello "Zenzerotto nipponico" sono arancioni (mica è scontato: lo sapevate che le carote esistono anche nere e sono una bomba di vitamine? Però non divaghiamo...).

Ecco cosa dice Ayame sul colore arancione (in arancione).

Sei una persona molto ottimista, sempre, anche nei momenti in cui altri, al posto tuo, sarebbero schiacciati dallo sconforto (molto vero).
La tua positività e la tua sincerità brilla e si fa notare da quelli che ti sono vicini, i quali avvertono la tua energia travolgente (lo spero).
Ti piace coinvolgere e farti coinvolgere in cose sempre nuove e diverse. Non ami la monotonia e, in gruppo, sei quello che sprona la massa a vivere gli eventi sempre con il sorriso sulle labbra (ci provo).
La tua mente è lineare, coerente e semplice nei ragionamenti; semplice ma efficace e mirata.
Mh, mh... uno, due, tre, prova. Mente lineare, coerente e semplice nei ragionamenti...
Che sotto il groviglio di connessioni che vedete nella foto pubblicata da Ayame (dovete andare sul suo blog per vederla) si nasconda la semplicità?
In effetti il fatto di sognare una pasta pulente che serva per il corpo, per la casa e che si possa anche mangiare direi che si avvicina all'idea di semplicità, non fa una piega.
E poi le coincidenze sono lineari così come trovare le connesioni che esistono tra le cose.
Mi hai convinta Ayame, sono decisamente lineare.

Per i malfidenti in ascolto: la casa l'ho arredata io in arancione, non era già così.

Continua...
Gli unici difetti che possono esserti attribuiti sono l'eccessivo "uso" del tuo ottimismo. Potrebbe succedere che il tuo sprigionare troppa carica potrebbe infastidire chi, al contrario tuo, ama vivere momenti di tristezza e pessimismo.
Ah ecco, pensavo fosse perchè non sto più usando Dirty (non so come mai non lo sto più usando, forse è più una fragranza estiva...).
Non siamo tutti uguali. C'è chi come te sopravvive con l'ottimismo, chi riesce a rinascere dopo aver toccato il fondo! 
Io tocco il fondo e rinasco almeno 5 volte al giorno, sappiatelo!

Per continuare a leggere fate un salto sul suo blog crearecolore.

Perché caco fonia?
Perchè vi lascio una breve ricettina per avere una pelle del viso (e del collo pure) morbida ed idratata

Adagiate un caco (o cachi - ma anche kaki) su un piatto.

caco, cachi (o kaki)
Cachi travestito da Zucca.


Con un po' di magia viola potrà sembrarvi anche una zucca, e sorridervi.

Stendete la polpa sul collo (e anche sul viso) e lasciate in posa per una mezz'ora.
Io ancora non l'ho fatta ma la proverò magari stasera (di certo il 31 ottobre).

Le strade.
Le strade poi sono due: una è quella del bagno, l'altra porta fuori sul ballatoio (e poi in cortile, in strada, in giro...).

Strada 1.
Scaduto il tempo di posa togliete il residuo cacoso con acqua tiepida e riprendete le vostre attività regolarmente.

Strada 2. (valida solo per trattamento effettuato in orario serale).
Uscite dalla porta di casa (preferibilmente vestiti di nero) facendo “UUUUUU” e seminate terrore e paura (oltre che pezzi di cachi semiliquidi).

Cachofonia (dal greco ϰαϰοφονία kakophonia - kakos, cattivo + phonè, voce, suono).
Ora vi è chiara la caco-fonia?

Interstate 60.
C'è poi una terza strada che non esiste.
Questa è quella che preferisco.

Pranzo vegetariano.
Per concludere in arancione: oggi sarò a pranzo con Fabiana da GovindaHare Krishna.
Govinda è un centro culturale situato in via Valpetrosa a Milano (una traversa di via Torino) che negli orari di pranzo e cena funge da ristorante con cucina vegetariana secondo le usanze del movimento veneratore del Dio Krishna (e anche loro dovete sapere che vestono di arancione - ma non certo per Halloween).
La prima volta che ci andai correva l'anno 2001...


Verdure per la zucca.
Non potevo non dirvi che il balsamo ayurvedico verde "organic" utilizzato dopo il verde solido shampoo alle erbe purificanti di Lush (stamattina infatti ho deciso di riprendere questo) ha fatto una magia: capelli così morbidi non li ho mai avuti prima (ve li vorrei far toccare!). 
Questa coppia è stata aggiunta nel post "affinità di coppia" tra le coppie che reggono.

mercoledì 26 ottobre 2011

Scherzetti della natura (scrub)

Eccoci finalmente alla parte interessante della ricetta di ieri.

Certo, come decorazioni per Halloween abbiamo detto che le foglie ci possono pure stare (e di sicuro si noteranno considerato che tutto sarà arancione o a forma di zucca e queste sono solo delle tristi foglie d'autunno).
Per decorazioni vere vi direi di attendere il post che l'amica Ayame ci sta preparando.

E anche la parte della zucca al forno è stata una vera e propria rivelazione (questa mia ricetta la potete trovare su Veganblog perché ovviamente, trattandosi di zucca senza niente aggiunto la possiamo considerare vegana).

Pelle di Halloween.
E per una pelle "da paura" vi presento i miei scrub di Halloween.

Ma cosa c'entra la ricetta di ieri?
C'entra eccome, anzi, tutta la preparazione di ieri era finalizzata a questo post.

Scherzetto.
Chiaramente il post di ieri era uno scherzo. 
Non avrete mica creduto di poter mangiare quei biscotti (io con quelli al cacao mi sono appena procurata un bagarozzo sotto-pelle...).

Ma ricordiamo gli ingredienti dei tre impasti:

Il Giallo.
Zucca bio, latte di soia bio, olio di semi di girasole bio, zucchero di canna integrale bio e solidal, farina di riso bio, bicarbonato, zenzero in polvere bio, farina di mandorle (questa non era bio... e menomale, che noia!).

Il Nero.
Zucca bio, latte di soia bio, olio di semi di girasole bio, zucchero di canna integrale bio e solidal, farina di riso bio, bicarbonato, cacao bio e solidal, bicarbonato.

Il Bianco.
Latte di soia e agave ("Buon Per Te"), olio di semi di girasole bio, farina di riso bio, farina di mandole (no bio), crusca di avena integrale (no bio ma "dukana").
Il sale non lo avevo messo: solo vi invitavo a farlo per avere un biscotto dolce/salato.

Così, prima che la sfoglia (si fa per dire) diventasse foglia ho scattato questa foto.




Natura morta.
Vediamo una pera scura in primo piano (forse è un po' troppo matura), una patata in secondo piano e un cachi (forse troppo poco maturo o probabile si tratti magari di una mela) sullo sfondo.

Infatti una volta composto il set dei tre impasti mi sono accorta che quella che avevo composto era una natura morta. Così mi è bastato aggiungere il picciolo (si chiama così?) alla pera e la foglia sul cachi per creare questa suggestione.

Le pere aiutano sempre.
Nel portafrutta c'era una pera che si era salvata dalla preparazione del gelato del mio sabato allo zenzero (un gelato fatto con pere, zenzero, farina di mandorle e latte di soia.... lo zucchero? Certo che no!).
Ancora non l'ho assaggiato ma è nel freezer pronto per l'ospite sfortunato (e per il post).
Dolcetto o scherzetto? 

Ma arriviamo al sodo.
Queste paste sono degli scrub fantastici per viso e corpo oggi li ho utilizzati sotto la doccia.

Ecco come si sono comportati.

Scrub giallo.
L'ho usato anche per il viso e mi ha lasciato una pelle liscissima: più liscia della pelle post maschera di Lush e meno secca di quando uso l'Angeli a Fior di Pelle (che non intendo comunque abbandonare anche perché ne ho ancora un po' da consumare - confermiamo quindi la sua presenza nel kit cosmetico d'autunno insieme al cappotto). 

La mandorla "scrubbava" abbastanza per cui vi suggerirei di non usarlo mattino e sera ma solo ogni tanto. L'ho voluto usare anche per la schiena: provare per capire.

Scrub(ino) nero.
Il detergente nero oltre a contenere della zucca contiene anche del cacao.
La consistenza di questo scrub è un po' diversa. 
Il panetto si presentava più liscio e regolare e si scioglieva più facilmente: ma non prima di avere completato il suo sporco lavoro sulle mie cosce (e vi garantisco che sporca eccome!).
La prossima volta aggiungo un po' di farina di mandorle che per i biscottini non avevo invece previsto (e anche la donna delle pulizie).


(Parentesi di zucca).
La zucca è presente come ingrediente principale in entrambi gli scrub. 
La sua polpa è perfetta per le pelli miste: ha un effetto sebo riequilibrante e detossinante e allevia le infiammazioni della pelle.
Inoltre affina la grana della pelle e la rende morbida, liscia e luminosa.
Previene le rughe ed è un antiossidante naturale (contiene vitamina A).

Meglio di così, non saprei cos' altro aggiungere...
E invece sì che lo so!


Occhio alla zucca.
La polpa di zucca l'ho infatti utilizzata con successo come struccante per gli occhi: ho messo la polpa sul dischetto e l'ho passata sugli occhi. Funziona! Certo non per un mascherone di Halloween (lì occorrerà utilizzare un super pulitore organico - magari non il Bio-Mex)

Scrub bianco.
La pasta bianca è molto simile alla gialla come consistenza. L'ho utilizzata per braccia e corpo. Essendo però più cattiva aggressiva delle altre per via delle crusca integrale di avena (e per l'assenza di zucca) meglio non usarla sulla faccia.

Direi che comunque ne abbiamo per tutti i gusti.

Tutti e tre gli scrub generano una "schiumetta" che vi permette di farne un uso godurioso sotto la doccia.
Contenendo del latte di soia suggerisco di consumati freschi subito dopo la preparazione (io li ho preparati ieri e conservati in frigo fino ad oggi).

Sulle proprietà di cacao, farina di riso, mandorle, latte di soia e olio di semi di girasole vi rimando ad un post dedicato (che farò). 
Per ora accontentatevi di usarli e di vedere che funzionano.

Se condividete l'appartamento con altre persone pulite bene la doccia prima di uscire (a meno che non sia il 31 ottobre o non siate voi i proprietari dell'appartamento).