Come promesso ieri sera ho spignattato ai fornelli.
Cristina Papina d'avena.
In questo periodo a casa mia (quella di prima che mi trasferissi a vivere a Milano da sola, cioè con il compagno che attualmente è anche marito) le stanze erano pervase dal profumo di amaretto e cacao. E in cucina il pentolone di latte con il cucchiaio di legno era la conferma che si stava preparando la "papina", una torta di pane e amaretti (con cioccolato e uvetta) tipica della cucina lombarda.
Bye-bye.
Bene, dimenticate amaretti, pane, cioccolato e uvetta e il pentolone lasciatelo brontolare piuttosto con i fagioli (senza latte e ma magari in un altro momento).
Adesso infatti prepareremo una variazione di questa torta che vi stupirà (credo) in quanto a bontà e leggerezza soprattutto.
Tenete il cacao e il mestolo e andate a prendere gli altri ingredienti.
Il latte lo teniamo?
Ovviamente sì, ma quello di riso vegetale.
Ma il pane? Come facciamo senza?
Facciamo. Infatti lo sostituiamo con i fiocchi di avena (quelli della crepe di Dukan? Esatto, quelli).
Ma perché gli amaretti non li mettiamo?
Perché sono fatti con lo zucchero e pure con le uova. E qui da me non si faranno più dolci con zucchero aggiunto (inutile), e vorrei fossero anche vegani (e le uova non sono certo vegane).
Sul perché no alle uova già vi ho detto già: non approvo gli allevamenti di galline ma non ho voglia di dilungarmi oltre per cui prendetela per buona e procediamo.
Se siete preoccupati (e dovreste esserlo non solo per le galline ma anche per i pulcini) per gli amaretti non siatelo: infatti li sostituiamo subito con i datteri.
Che, avevate qualche dubbio?
Questi che ho usato io sono quelli della Noberasco (che sono certificati biologici) sono secchi e una volta sminuzzati ci faranno dimenticare gli amaretti (se volete potete metterci l'Amaretto di Saronno ma io lo avevo solo vuoto :)).
Metteremo poi un pezzo di banana per far agglomerare bene il tutto in assenza di uova (la banana oltre a rendere super questo dolce lo zucchererà naturalmente insieme all'amica pera che pure metteremo).
Le uvette verranno sostituite dalle prugne secche super morbide (questo perché a me le uvette non piacciono ma voi potete fare come preferite).
I pinoli?
Ah già, i pinoli... io non li avevo e poi di solito li toglievo per cui l'ho fatta così (se li avete allora metteteli).
Abbiamo finito, non serve altro se non una casseruola.
Ecco le dosi.
Le dosi sono per 6/8 persone moderate (che abbiano già pranzato). Io ho utilizzato una piccola teglia di 20x15 cm in ceramica (molto bella tra l'altro, acquistata con Fabiana da CoImport in piazza Diaz).
- 450 gr di latte vegetale di riso (il mio era quello di Gerry, che è biologico)
- 120 gr di datteri secchi naturali e biologici Noberasco (sono certificati bio)
- 100 gr di fiocchi di avena biologici CerealVit
- a occhio cacao magro bio Esselunga Altromercato
- 4 prugne secche morbide denocciolate biologiche Kì
- 1/3 di banana grande
- 1/2 pera
Mettete in una casseruola (o in una pentola antiaderente con il bordo alto) il latte con l'avena, il cacao e i datteri sminuzzati e fate andare per 15 minuti circa affinché si amalgami tutto bene (potete aiutarvi con l'aggiunta del latte o dell'avena giocando con le dosi per rendere più o meno liquido l'impasto).
Verso la fine aggiungete prima la pera, poi le prugne e per ultima la banana.
Mettete in una teglia e infornate a 180° per 40 min circa, forno ventilato.
Tirate fuori dal forno e lasciatela una notte a riposo prima di mangiarla (ovviamente io l'ho assaggiata ieri subito dopo averla tolta dal forno).
Disponetela su un piatto e servitela (eccola, è quella a sinistra...).
Papina d'avena & Sockerkaka |
Ma dato che avevo già il forno acceso ed ero presa bene (e queste cose capitano sempre più di rado) ho deciso di utilizzare anche lo stampo di silicone color ghiacciolo all'anice acquistato all'ikea insieme alle verdure svervegesi.
Lo stampo si chiama sockerkaka (che in italiano significa spugna).
E con questo piccolo stampo ho fatto il mio dolcetto dell'amore che è al kaki (è quello di destra nella foto).
Sockerkaka d'amor.
Questo dolce è un dolce biporzione, da mangiare insieme alla vostra dolce metà.
La mia ama molto il kaki (non altrettanto il kamut) e ho pensato di dedicarlo a lui.
E quale miglior farina di quella di kamut per fare la base simil pasta frolla?
Come già vi ho raccontato nella mia mappa del blog, la farina di kamut è ideale per fare i biscotti (certo, ammesso che il sapore non vi disturbi come molto spesso accade).
E così mi sono ispirata ai miei biscottini di kamut ma qui non ho utilizzato le uova (se ancora non lo avete capito siamo nella fase vegana della mia cucina) e o utilizzato il latte di riso che ho sostituito a quello di soia. Ci ho messo un po' di cacao (ne vado ghiotta) e al posto dello zucchero... indovinate un po' cosa ho messo?
Datteri ovviamente (più una prugna secca per dare maggior dolcezza).
Questa è la base sulla quale ho messo una specie di marmellata di cachi (in pratica ho fatto andare per 10 minuti il cachi, senza buccia, nella casseruola... niente a che vedere con quello nella foto del post sulla cacofonia, non resta liquido per fortuna).
Riassumendo le dosi e gli ingredienti dell'amore.
- 40 gr di farina integrale di kamut
- 10 gr di olio di semi di girasole
- 25 gr di latte di riso
- cacao q.b.
- 2 datteri
- 1 prugna
- 1 cachi senza buccia
Tutto tranne il cachi è biologico.
L'ispirazione mi è venuta da Romina, veg-chef di veganblog, con il suo dolce cachi e carruba.
Come potete vedere la mia versione è diversa ma io da questa sono stata ispirata e ve lo voglio dire.
Preparazione.
Semplicissima e velocissima (anche per non perdere l'occasione del forno caldo).
Mettete farina, cacao e datteri sminuzzati in un contenitore e mischiate bene.
Aggiungete poi l'olio e il latte e infine la prugna (che essendo morbidissima si lascerà spappolare). Impastate con le mani e lasciate riposare per almeno 20 minuti (se non avete tempo come me non fatelo, non verrete puniti per così poco).
Nel frattempo il cachi lo avrete fatto andare per 10 min in una casseruola (avrei dovuto aggiungere dell'agar-agar ma non lo avevo - è comunque venuta bene).
Prendete la frolla, fate una base con dei bordi sullo stampo e mettete la marmellata di cachi sopra.
Infornate per 20-30 minuti a 180°.
Il risultato è stato stupefacente per entrambi i dolci (ecco invece altri effetti stupefacenti).
I datteri.
Come vedete i datteri non dovrebbero mancare mai e non solo in cucina (state a vedere i prossimi post). Nelle preparazioni dei dolci sono degli ottimi sostituiti dello zucchero (lo zucchero vi suggerisco quindi di spostarlo direttamente in bagno per i vari scrub al cacao ecc.).
Potreste voler apprezzare anche il mio super gazpacho di datteri.
Il marito ancora non li ha assaggiati però quando stasera lo farà immagino mi vorrà concedere l'etichetta "Husband Approved" (son praticamente sicura).
Per le mie ricette "Husband Approved" potete vedere qui.
Oltre che light (non mi piace questa parola, già ve lo dissi, ma qui ci serve) questi dolci sono super veloci da preparare, super energetici e super buoni!
Raw.
Non sono crudisti di preparazione ma lo sono di ispirazione per l'utilizzo di materie prime biologiche (tutto tranne il cachi è biologico), l'assenza di zucchero che è sostituito da altri ingredienti.
Vegan.
La ricetta ovviamente è anche vegana (per vedere le altre ricette vegane che ho fatto potete andare qui - ma anche su veganblog mi trovate).
Per altri dolci vegani da gustare fuori casa il Mudra certo non vi deluderà.
Per altri dolci vegani da gustare fuori casa il Mudra certo non vi deluderà.
Se ti dico che ho appena mangiato le Offelle di Parona mi manderesti a quel paese? ahahah quelle son un concentrato di zucchero e UOVA, ma sai com'è questo periodo... ne ho bisogno! eheheheheheh
RispondiEliminaLa loro storia ha inizio negli ultimi decenni del XIX secolo...
RispondiEliminaLa genuinità degli ingredienti, molto comuni (farina di grano tenero, burro, zucchero, uova, olio d'oliva, lievito), un sapiente dosaggio e un'indovinata cottura hanno fatto di questo dolce un prodotto unico nel suo genere e sempre molto apprezzato...
Info prese dal sito, se sono le originali te le approvo!
;)
Sì arrivano direttamente dalla fiera delle Offelle di Parona city eheheheheh
RispondiEliminabuonissimi tutte due i tuoi simil-dolci (ke x me sn dolci veri e propri).
RispondiEliminaIl primo mi ispira
Se ti piacciono gli amaretti puoi provare le mandorle amare... devi usarne poche sminuzzate (max 1-2 in qst dolce) xk altrimenti coprono il dolce e in quantità eccessive sn velenose (si dice abbiano ank prorpietà anticancro ma i pareri sn contrastanti).
ah ancora 1 cosa: ma prima dv vivevi? Eri 1 "montagnina" cm me??? (Nel senso: abitavi in 1 paesino?)
RispondiEliminaTi ringrazio, assolutamente ne proverò una versione con le mandorle (considerala già fatta e anche mangiata :)) Paese, paese... chiamarlo paesino sarebbe addirittura troppo suggestivo :)
RispondiEliminaComunque ti dirò, quasi quasi mi piace più il dolcetto di kamut al kaki, da non sottovalutare...
;)
Ciao! Ricette interessanti! La prima m'ispira particolarmente. Attenderò il rientro del marito per usarlo come cavia :)
RispondiEliminaForse non riuscirò a reperire facilmente gli ingredienti biologici, però mi adatterò alla meglio. Ti farò sapere! ;)
dici??? Invece io ho preso la fissa x la papina (sarà il nome???)
RispondiEliminama se mi dici così magari proverò a fare la prima: se nn mi soddisfa pienamente la proverò con sopra delle fettine di cachi secchi
Papina d'avena sperimentata! BUONISSIMA! Ho variato qualcosa per adattarmi a quello che avevo in casa... ma, davvero buona!!!!
RispondiEliminaLa rifaccio domani e la porto a casa dei miei :)
Ma dai, l'hai già fatta?! Mi fa piacere sia venuta bene :) Gli adattamenti sono la cosa più divertente che ci possa essere: si possono scoprire sapori e accostamenti che nemmeno si immaginavano!
RispondiElimina;)
fatta ank io..... che buona
RispondiEliminaVariazioni: ci ho aggiunto 2 semi di mandorle amare e l'uvetta e ho usato il latte di soia xk era quello ke avevo in frigo
Il sapore dell'avena è fantastico
volevo darti 1 consiglio su cm dolcificare... io l'ho testato 1 mese fa: prova a comprare il melone invernale (quello con la buccia liscia arancio e con la polpa bianca).
RispondiEliminaSe lo trovi alla giusta maturazione dolcifica che è una meraviglia: io ci ho preparato un centrifugato con l'aggiunta di cacao e nient'altro.... purtroppo non sono riuscita a testarlo in altre preparazoni perchè era già finito
Ti ringrazio, sempre ottimi suggerimenti i tuoi. Lo proverò a cercare da utilizzare per qualche centrifugato (comunque già la conoscevo la tua candida ricettina :))
RispondiEliminaQui ho usato il dattero perché oltre dolcificare mi ha aiutata a raggiungere la consistenza...e menomale che c'era lui, se no stavolta avrei pagato l'assenza del pane!
;)
ah l'avevi già vista su vblog :-) quel sito è 1 miniera di spunti
RispondiEliminadi niente
dovevo ricambiare xk il tuo blog mi da 1 casino di idee: sai far riflettere senza mai tralasciare la tua vena comica (ke nn guasta mai :-)
Davvero sono molto contenta che il blog ti dia un sacco di spunti...
RispondiEliminaSe anche solo pochi trarranno beneficio dai post per me sarà comunque un piacere (per intensità paragonabile almeno a quello derivato dal mangiare datteri :))
Sappi che son appena rientrata da una toccata e fuga all'Esselunga, al freddo e al gelo, solo per comprare i datteri!!!